Google ha fagocitato il sovrano del banner DoubleClick e il suo patrimonio di dati, strappandolo ad una concorrenza che ora invoca l’ intervento delle istituzioni che vigilano per impedire la creazione di cartelli, affinché blocchino sul nascere quello che definiscono un pericoloso e minaccioso monopolio .
A lanciare le accuse sono Internet e media company rivali di Google nel tentativo di accaparrarsi DoubleClick, suoi diretti competitor, o semplicemente aziende che vedono minacciata la loro posizione di potere e i loro introiti: tra loro Microsoft, AT&T, Time Warner, Viacom. Anche Yahoo!, che al pari di Microsoft e Time Warner si mormora ne abbia tentato l’acquisizione, sarebbe scontenta e preoccupata: il nuovo assetto di Google sbaraglierebbe la concorrenza, dominando su oltre l’80% del mercato pubblicitario online.
Un semi-monopolio che opererebbe in un mercato pubblicitario online che cresce a velocità sostenuta, molto più rapidamente rispetto a quello dei media tradizionali. Basti pensare che un’analisi di TNS Media Intelligence rivela che il mercato della pubblicità online statunitense è cresciuto del 17% nel giro di un anno, raggiungendo nel 2006 investimenti per un valore di 9,8 miliardi di dollari.
Microsoft, che pure aveva avvicinato DoubleClick nelle scorse settimane per negoziare un acquisto, per bocca del suo legale di punta Brad Smith fa pesare le proprie preoccupazioni. “Una singola azienda potrebbe controllare l’intero mercato della pubblicità online, azzerando la competizione ” sentenzia Microsoft nell’ inedita veste di vittima di una posizione dominante. Inoltre, racconta Smith al Wall Street Journal , siamo in pieno allarme privacy : Google e DoubleClick si potrebbero trovare nella posizione di “osservare e catturare informazioni riguardo al consumatore su una scala mai vista prima”. Per questi motivi Microsoft invoca l’intervento delle autorità antitrust, anche se la segnalazione non è ancora stata ufficializzata.
Il quotidiano finanziario americano parla inoltre di un fitto intreccio di telefonate scambiate fra le alte dirigenze di Internet e media company, durante il fine settimana. Ne è emersa la reazione di AT&T , paladina dell’Internet a due velocità, schierata a fianco di Microsoft nel denunciare la posizione dominante di BigG. “Google si sta posizionando intenzionalmente come l’unico intermediario nel mercato della pubblicità online”, dichiara Jim Cicconi, vice presidente per gli affari legislativi di AT&T, colosso delle TLC che si sta ritagliando una posizione nell’ambito della distribuzione dei contenuti online, e che teme di dover trattare con Google, alle condizioni di Google, per monetizzare.
Non è ancora chiaro, segnala invece il New York Times , come il caso verrà trattato dal Dipartimento di Giustizia o dalla Federal Trade Commission, istituzioni USA che condividono la responsabilità di vigilare sulle transazioni che attentano alla competitività. Sarà dirimente, per l’analisi, l’individuazione del mercato rilevante in cui operano Google e DoubleClick: le istituzioni potrebbero considerare che le due aziende operano in mercati diversi, e approvare l’accordo. Sarà inoltre da considerare quanto l’accordo possa ostacolare l’accesso al mercato da parte di nuovi competitor.
Ma Google ritiene di non avere nulla da temere: “Non crediamo che questa acquisizione sia anti-competitiva, promuove invece un panorama dinamico e salutare per l’advertising online”.
Gaia Bottà