La Commissione Europea ha definitivamente risolto il problema della gestione dei pagamenti dell’imposta sul valore aggiunto. L’IVA sulle “telecomunicazioni, il broadcasting e i servizi elettronici per i consumatori verrà calcolata considerando il tasso applicato nel paese dell’acquirente, e non più quello del distributore”. La riforma – già al centro del dibattito europeo dallo scorso dicembre – è stata finalmente approvata e diventerà presto Legge con pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ( GUUE ).
E così arriva probabilmente all’epilogo anche la storia delle sedi legali delle più importanti aziende IT situate in Lussemburgo. Già, perché grazie al 15% di IVA applicato dal Granducato, colossi come Amazon, Skype e Paypal hanno potuto approfittare di un ulteriore aiutino nella battaglia dei prezzi. In molti paesi comunitari, infatti, l’IVA (o VAT) è generalmente al di sopra del 19%, con punte del 25% in Svezia e Danimarca.
Il Lussemburgo le ha giocate tutte per bloccare l’iniziativa, ma a questo punto – come ha già calcolato – dovrà rassegnarsi a rinunciare a circa 200 milioni di euro all’anno di entrate fiscali. La riforma entrerà in vigore dal 2015. L’IVA riscossa, generata cioè dalle transazioni, non sarà rimborsata ai paesi degli acquirenti fino al 2019.
Come sottolinea, però, The Register , niente cambierà per i segmenti B2C che non hanno a che fare con telecomunicazioni, broadcasting e servizi elettronici: il calcolo dell’IVA continuerà ad essere effettuato con il tasso della nazione in cui ha sede il distributore.
Il Commissario Europeo per la tassazione e dazi, László Kovács, ha spiegato che le nuove norme cancelleranno le disuguaglianze fiscali. “Questo avviene particolarmente per quei servizi che possono essere forniti a distanza e dove le attività sono state localizzate nei paesi con l’IVA più bassa. Questo è il motivo per cui gli Stati Membri hanno visto decrescere le proprie entrate”.
“Sono particolarmente orgoglioso per le nuove procedure che permetteranno alle imprese di richiedere elettronicamente il rimborso dell’IVA anche agli Stati Membri presso cui non sono registrate”, ha aggiunto Kovács. “Questo cambiamento, dal sistema cartaceo a quello elettronico, si tradurrà in rimborsi più veloci semplici”.
Dario d’Elia