Telefonare con banda larga (ma non solo) ed un PC è ormai indiscutibilmente alla portata di tutti, in maniera semplice ed economica. Skype, famoso ed amato programmino già recensito , utilizza purtroppo un “sistema di comunicazione” tutto suo, un protocollo proprietario, che in parole semplici impedisce al programma di “parlare” con altri programmi compatibili e che contribuisce ad infastidire i puristi della privacy e i sostenitori dello sviluppo “libero” della comunicazione in Rete. C’è persino chi si domanda come ci si possa fidare dei creatori di Skype essendo gli stessi che diedero vita a Kazaa, software notoriamente infestato da numerosi programmi curiosi. Affidarsi senza remore ed utilizzare Skype ed i suoi protocolli proprietari, questo il timore di qualcuno, potrebbe nascondere delle sorprese.
Altri protocolli aperti per la telefonia “Voice-over-IP” tuttavia esistono , come ad esempio “H.323” e soprattutto “SIP”, che porta il nome da ragazza di Mamma Telecom, anche se in questo caso la sigla significa “Session Initiation Protocol e non “Società Idroelettrica Piemonte” (conosciuta poi come “SIP – Società italiana per l’esercizio delle telecomunicazioni”!)
Intorno al protocollo SIP, che sempre più va infilandosi nei programmi di messaggistica (Yahoo IM ad esempio), e agli altri protocolli come H.323 , si sono sviluppati e crescono come funghi numerose applicazioni, gratuite e non, per webfonare, videochattare, smessaggiare e rintracciarsi anche a zonzo, non solo al PC insomma.
È utile ricordare che SIP (o H.323) è un protocollo “open” e quindi chiunque può sviluppare (gratuitamente e senza autorizzazioni) applicazioni di telefonia, messaggistica e rilevamento della presenza (e non solo). La stessa cosa non può invece avvenire con il protocollo utilizzato da Skype che, essendo “proprietario”, è plasmabile soltanto da chi ha prodotto quel codice e programma. Questo purtroppo fa del più diffuso sistema di VoIP software attuale, Skype appunto, un animale veloce e di razza ma chiuso nel proprio recinto, a meno che non decida un giorno di pascolare nelle praterie aprendo le braccia e le connessioni verso altri protocolli di comunicazione.
Interoperabilità è la soluzione secondo SIPthat , ed attenersi agli standard IETF significa costruire oggi qualcosa che resisterà alla prova del tempo. L’unico cruccio tutto italiano è che la sigla SIP rimanda ad un passato recente di telefonia fissa, alle mega bollette da pagare, al canone, ai monopoli e altre storie che poco hanno a che fare con la telefonia Web.
L’altro cruccio, per il momento, è che molti di questi programmi non hanno la semplicità ed immediatezza di Skype, il che va ad aggiungersi alla temporanea mancata localizzazione. Inoltre, sebbene Skype sia proprietario e “chiuso”, è anche vero che non ha bisogno di “intermediari” per comunicare, basando le sue comunicazioni su un sistema peer-to-peer. I telefoni web “SIP” invece hanno bisogno di un servizio, di un server su cui appoggiarsi. Un po’ come un sito web che ha bisogno di un hosting. Il che, a volte, può tradursi in una configurazione più complessa di quella di Skype.
Per fortuna in Italia il protocollo SIP va affermandosi, il che consente a servizi come Messagenet ed altri di offrire numeri SIP utilizzabili oltre che con un telefono “solido” anche con uno dei vari programmi compatibili, per ricevere ed effettuare telefonate. Le tariffe, e la disponibilità o meno dei numeri riceventi dipende da operatore ad operatore.
a seguire nel prossimo numero, tra gli altri: Damaka, StanaPhone, Teleo e company
a cura di PI Download