Da quando abbiamo affidato la nostra vita ai dispositivi mobili, dovremmo essere ancora più attenti alla nostra privacy. Nello smartphone conserviamo comunicazioni, contatti, video e tante altre informazioni di carattere personale e lavorativo. Inoltre grazie allo spazio infinito offerto dai servizi cloud, tramite i device che portiamo in tasca, si riesce ad accedere non solo agli ultimi dati ma a tutto il nostro storico.
Esistono molte applicazioni per la tutela della nostra riservatezza e abbiamo deciso di presentarne alcune in queste pagine. Oggi ci occupiamo di App Lock, una delle applicazioni più conosciute per apporre un “lucchetto” all’apertura delle app.
Con App Lock possiamo decidere quali software del nostro dispositivo Android devono essere riservati imponendo, per la loro apertura, l’immissione di un PIN numerico o di un percorso tracciato con il dito sul display. Lo stesso codice di sblocco sarà usato per tutte le app bloccate e per App Lock stesso.
Nell’immagine seguente, ci troviamo all’apertura di App Lock e la linea che vediamo collegare i punti è il percorso che stiamo tracciando con il dito.
L’interfaccia dell’app è divisa in tre pannelli di cui il primo mostra tutti i software che possiamo sottoporre a protezione toccando lo switch posto all’estrema destra di ogni riga. Gli altri due pannelli mostrano, rispettivamente, le app bloccate e quelle ancora sbloccate.
La maschera Impostazioni , accessibile tramite menù, mostra diverse opzioni suddivise in due sezioni: una per il blocco dello schermo e l’altra per gli aspetti di sicurezza.
Si può selezionare la modalità di blocco – PIN numerico, percorso o impronta digitale (quest’ultimo solo per dispositivi Samsung dotati di apposito sensore) – ma anche la durata temporale dello sblocco, nonché comportamenti da attuare in caso di installazione/disinstallazione di app nel sistema.
App Lock è sicuramente comoda: efficace, poco invasiva e configurabile il giusto. Ha riscosso un certo successo tra gli utenti anche se ci sono aspetti ancora mancanti come il supporto per il lettore di impronte digitali su dispositivi diversi dai Samsung, che per ora lascia delusi i possessori di tanti terminali di fascia medio-alta.