Uno sparatutto, per definizione, è un gioco in cui si spara molto, a tutto. Se l’ambientazione è spaziale, e in 3D, i titoli del genere diventano tantissimi, in mezzo ai quali è difficile ormai creare qualcosa di originale.
Lo sanno bene gli allievi della Digipen , la scuola dei giochi e non solo, che per prendere evidentemente dei buoni voti devono scervellarsi più di altri programmatori per rinverdire dei generi videoludici così affollati di giochi, e Claustrosphere ne è un bell’esempio, da 10 e lode.
Il gioco si svolge all’interno di una claustrofobica sfera che rischia di implodere da un momento all’altro, se non si eliminano con precisione e cattiveria tutti i nemici che svolazzano al suo interno, forme geometriche che sembrano uscite da altri giochi ( Geometry Wars viene citato persino dagli autori, così come Tetris ) tutt’altro che pacifiche e tranquille.
L’azione è spesso veloce e divertente, i comandi sono abbastanza comodi e classici (il mouse per muovere il mirino e sparare, WASD per pilotare la propria navetta, la rotellina per aumentare la velocità, e altri comandi da imparare!) e gli effetti speciali e tutta la realizzazione grafica in generale appare molto semplice ma ben fatta, con un gusto volutamente retrò e stilizzato che lo rende comunque molto veloce e fluido anche su computer non recentissimi.
Come in ogni sparatutto che si rispetti non mancano power-up e aggiornamenti per le proprie armi che vanno raccolti mentre fluttuano all’interno della sfera di gioco, al centro della quale pulsa inquietante un cuore pronto a collassare, con botti e fuochi d’artificio, e finendo in uno spettacolare Gameover.
Curato anche il sonoro, niente di rivoluzionario ma sicuramente sarà fruttato un altro bel voto alla scuola dei giochi.
Gratuito, solo per Windows, Claustrosphere si lascia giocare in finestra o a tutto schermo. (LucaS)
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