Docmd è pane per i denti di chi ama smisuratamente la linea di comando di Windows, ossia la consolle. Docmd (.exe, naturalmente) si aggiunge ai comandi a disposizione e permette di moltiplicarne e rimescolarne gli usi.
Lo scopo di docmd, detto in breve, è di identificare ed elaborare alberi di directory. Detto in modo più esteso docmd permette di applicare un comando esistente in modo ricorsivo (in una o più directory e subdirectory e file contenuti) e selettivo (non in tutti i file, non in tutte le directory, solo su quelli che corrispondono a determinati criteri).
Alcuni programmi da linea di comando consentono già un buon livello di selezione e ricorsività, altri non ne consentono affatto; forse qualche anziano nerd delle caverne ricorderà comandi dello scorso millennio come “sweep.com” oppure “global” ed altri conosceranno ambienti che fanno tutto questo dal 1312… ma lo fa anche docmd.exe!
Docmd ha due regole principali: 1) fino a quando non si utilizza lo switch “:exec”, non si dovrà ricorrere al turpiloquio, ottenendo semplicemente un output dei comandi che sarebbe stato possibile eseguire; 2) è sempre meglio controllare due volte prima di usare lo switch che fa “agire” docmd!
Docmd accetta uno o più nomi di file o maschere di ricerca e scorre una directory o un albero gerarchico di directory enumerando via via i file che corrispondono al criterio di ricerca e quindi può sia mostrare il risultato della selezione, sia eseguire un comando desiderato sulla selezione ottenuta; già in questa fase sono permessi diversi switch (ricorsività, test condizionali, seleziona se lavorare con directory file o entrambi…), l’uso di caratteri jolly (wildcards) e/o di regular expressions .
Ci sono una nutrita lista di funzioni e variabili predefinite da usare per le selezioni, operatori booleani (and, or), funzioni numeriche e calcoli, uso di date, intervalli numerici, variabili alfanumeriche… e un sacco di altri gingilli tutti da sperimentare.
L’unico motivo per cui usare il mouse, con docmd, è forse per leggere la documentazione: non è molta ma è indispensabile, sia presso il sito, sia nel il file di testo allegato; i pochi esempi disponibili sono basilari per iniziare, e molto illuminanti.
La “filosofia” di Thomas Lauer (il programmatore) riguardo al freeware è chiara: deve essere gratuito (ci mancherebbe altro!), senza (o con microscopica) procedura di installazione, non deve usare il registro per salvare i propri dati, deve funzionare da chiavetta USB, dev’essere frutto di design ed implementazione intelligente: non resta che verificare che docmd risponda a tutti questi requisiti! È disponibile solo in inglese. ( Giulio Fornasar )