GimpShop già dal nome esprime la sua natura ambigua . Sì, perchè Gimpshop non è altro che una versione di GIMP modificata. La modifica consiste in una riorganizzazione dei menù in modo da assomigliare, nelle intenzioni del programmatore Scott Moschella, a quello che per molti è il programma di grafica più familiare in assoluto: Photoshop.
Se il problema è solo quello della familiarità – si è detto il programmatore con aspirazioni di hacking – ghe pensi mi! E così fu. Versione dopo versione, Gimpshop, ha cercato di assomigliare il più possibile, per quanto riguarda l’oraganizzazione dei menù, al più famoso programma di grafica del mondo Adobe .
GimpShop è stato già apprezzato da molti, anche se, come dice il programmatore, alcuni esponenti della comunità che lavora sul progetto di GIMP originale, considerano il suo lavoro “uno spreco di risorse ed energie”.
Esistono versioni compilate per svariate piattaforme e non mancano anche traduzioni: c’è anche molto entusiasmo attorno a questa idea; ma il programmatore stesso consiglia come prima cosa di non considerare GimpShop una copia 1:1 né di Photoshop, né di GIMP; non promette nulla e consiglia di considerare tutto in beta. Ammette candidamente le sue lacune nella programmazione e accetta volentieri collaborazione per questo ed altri progetti presenti sul suo sito. Detto questo però, tutti sono invitati a fare un assaggio… senza aspettarsi la perfezione.
Tra le varie intenzioni di Scott Moschella c’è anche quella di portare via dal Lato Oscuro delle copie pirata di Photoshop tutti coloro che lo usano solo perché sono disorientati dall’interfaccia di Gimp, che lui apprezza per le sue funzioni. Tutti a provare GimpShop, dunque… e chissà, un domani magari inkscap strator, OpenOffice 2007 … ( G.Fornasar )