In accordo con l’ormai consueta cadenza annuale, anche quest’autunno è arrivata la nuova versione del sistema operativo per i computer di Cupertino, nome in codice Sierra , che con l’occasione torna a chiamarsi macOS anziché OS X .
L’aggiornamento è compatibile con tutti i Mac prodotti a partire dalla fine del 2009 (a questo indirizzo potete trovare l’elenco completo) sui quali sia installato perlomeno Lion (OS X 10.7.5) e la procedura per installare il nuovo sistema operativo è estremamente semplice: basta scaricarlo dal Mac App Store e lanciare l’installer; chi avesse problemi ad effettuare il download di quasi 5 GB può rivolgersi a qualsiasi Apple Store. Non dimenticate, prima di fare l’update vero e proprio, di eseguire un backup dei vostri dati (dovreste già averlo) e di preparare una chiavetta USB per l’eventuale ripristino del sistema: per quest’ultima raccomandazione potete rivolgervi a DiskMaker X , applicazione già recensita su queste pagine e che ormai è giunta alla sua sesta release.
Ma veniamo al sistema vero e proprio: anche con questo aggiornamento Apple prosegue la convergenza tra i mondi iOS e macOS, nelle funzioni e nella condivisione su iCloud; perché a differenza di quanto stanno facendo Microsoft e Google , Cupertino continua a rimanere dell’idea (a mio avviso corretta) che i sistemi operativi dei due mondi debbano rimanere distinti.
Avere due sistemi operativi distinti non significa però avere due mondi completamente separati, e questo Apple lo sa molto bene, non a caso sta lavorando da qualche anno sulla convergenza di diverse funzioni. Con macOS Sierra questi concetti vengono ulteriormente perfezionati, in modo da unificare le operazioni svolte sui vari dispositivi: se Continuity già consentiva con handoff di rispondere su computer alle telefonate ricevute sull’iPhone, o di iniziare a lavorare su Mac (scrivere un’email o un documento di Pages, per esempio) per proseguire poi su iPad o iPhone, oggi la fusione dei due mondi viene estesa con la condivisione degli appunti. In pratica, potete copiare un’immagine, un indirizzo Web o del testo che state visualizzando sul melafonino e incollarlo in un documento che state preparando sul Mac, senza dover eseguire alcuna altra operazione oltre al classico Cmd+V .
In aggiunta a questa condivisione che avviene tramite Continuity , Apple introduce un altro tipo di condivisione attraverso iCloud Drive , che permette di spostare nella nuvola di Apple tutto il contenuto della cartella Documenti e tutto ciò che si trova sul Desktop così da ritrovare sempre lo stesso ambiente su qualsiasi dispositivo utilizzato. Inoltre è possibile attivare una sorta di ottimizzazione dell’archiviazione che, in caso di poco spazio sul disco del Mac, sposti automaticamente in iCloud i documenti meno utilizzati. Si tratta di due opzioni molto utili e interessanti, a patto di avere una connessione affidabile e veloce per il computer di casa e di ampliare il proprio piano dati su iCloud oltre i 5GB forniti gratuitamente da Apple.
Parlando di convergenza delle applicazioni non possiamo poi dimenticare l’arrivo anche su Mac di tutte le novità che abbiamo già visto su iOS 10 . Si va dalle nuove possibilità grafiche offerte da Messaggi , alla rinnovata interfaccia di iTunes , passando per l’aggiornamento di Foto che anche su Mac introduce la funzione Ricordi per creare automaticamente dei filmati tematici.
La novità più grossa è però l’arrivo di Siri su Mac. Siri è sempre pronto a rispondere ad ogni domanda dell’utente, anche mentre si sta facendo altro. Per esempio, mentre si prepara un qualsiasi documento, si può chiedere a Siri di cercare la foto che abbiamo scattato in quell’occasione, oppure si può chiedere a Siri di cercare quel file di appunti che avevamo preparato la settimana scorsa, e che magari non ricordiamo più dov’è. Ma Siri ovviamente non fa solo ricerche: possiamo chiederle di mandare un messaggio a un collega, di fissare un appuntamento, di fare una ricerca sul Web, di far partire una canzone, chiedere informazioni meteo o le quotazione della borsa e tanto altro ancora.
Le novità di Sierra non si fermano qui: ci sono diversi perfezionamenti dell’interfaccia, che (sebbene non apportino vere e proprie funzioni aggiuntive) migliorano la cosiddetta esperienza d’uso del sistema. Per esempio, ogni applicazione può aprire più documenti e mantenerli aperti nella stessa finestra sotto più tab, esattamente come siamo abituati a fare con i browser. Se poi parliamo di app come Pages, Numbers o Keynote, Apple ha introdotto la nuova modalità collaborativa, che consente a più persone di lavorare contemporaneamente sullo stesso documento.
Oppure, i filmati si possono ora estrarre da iTunes o Safari e posizionare negli angoli dello schermo, così da poterli guardare comodamente mentre si fa altro (funzione, questa, che potrebbe anche essere migliorata). Infine, se avete un Apple Watch potete ora sbloccare il vostro Mac senza digitare alcuna password, ovviamente ammesso che Watch sia al vostro polso e che sia a sua volta sbloccato, onde evitare accessi indesiderati da parte di chi dovesse indebitamente impossessarsi del vostro orologio. L’utilizzo di questa funzione richiede preventivamente l’abilitazione della verifica in doppio passaggio del proprio account.
Le altre novità minori le scoprirete poco a poco con l’utilizzo di Sierra, e personalmente ritengo che l’aggiornamento sia da fare senza grossi dubbi (a meno di incompatibilità note con software che si usano quotidianamente per lavoro); l’ultima cosa a cui voglio accennare è la possibilità di utilizzare Apple Pay anche su Mac (ovviamente in abbinamento al riconoscimento dell’impronta sul proprio iPhone) ma non scendo ulteriormente in dettaglio in quanto Apple Pay non è ancora attivo in Italia. Potete trovare qualche dettaglio in più sulla pagina specifica del sito americano.
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