” Non amiamo i videogiochi, per questo li creiamo “. Così dicono quelli di MolleIndustria, che usano i giochi per istruire, far politica e informazione. McDonald’s Game, di cui PI parlò nei mesi scorsi, è un gioco gestionale con una grafica fumettosa e divertente e dei contenuti “politicamente scorretti”.
La missione consiste nel far guadagnare più soldi possibili alla nota catena fast-food utilizzando qualsiasi pratica, lecita o meno. Distruggendo foreste, gonfiando di ormoni gli animali, modificando il mais geneticamente, corrompendo ambientalisti… mettendo in gioco quelle pratiche di cui i colossi del fast food sono da sempre accusati nel mondo reale dai loro detrattori.
Il tutto condito da un’ironia fuori dal comune, come quella di una lettera a firma “Ronald Mc Donald”, naturalmente fasulla, che “giustifica” l’esistenza del gioco, creato per “spiegare ai più giovani il prezzo da pagare per un Big Mac”.
Nella simulazione, divisa in quattro aree ben distinte che vanno sempre amministrate contemporaneamente, si possono seguire e gestire tutte le differenti fasi produttive e gestionali. Allevare mucche, coltivare mais, macellarle, preparare hamburger e quindi venderli.
La prima sezione raffigura dei campi da coltivare, con capanne e villaggi che aspettano solo di esser rasi al suolo dalle ruspe. Per evitare proteste e critiche si può allungare qualche soldo ad un ambientalista, o investire in pubblicità ed in aiuti al terzo mondo. Tanto per mettere a tacere le malelingue.
Sfruttare al massimo il terreno non basta, e nella sezione “ingrassamento” bisogna tener d’occhio le mucche vere e proprie. Quelle che impazziscono vanno incenerite al volo, insieme a quelle malaticce. Aggiungere ormoni o residui animali è questione di un clic, ma aumentano i rischi, non solo per la salute ma anche per il risalto che ciò potrebbe avere sui media…
Quando una mucca diventa abbastanza cicciona un braccio meccanico automaticamente la preleva e trasforma in deliziosi hamburger, che finiscono nella terza sezione del gioco: il negozio vero e proprio.
Anche qui tra pratiche di mobbing, spillette per premiare i paninari più capaci e gestione del personale molto, ma molto, leggera (tra assunzioni e licenziamenti in punta di mouse) non bisogna dimenticare l’unico vero scopo: vendere più panini possibili!
La quarta sezione del gioco rappresenta gli uffici, tra creativi che tengono d’occhio la preziosa “immagine” del gruppo industriale, il consiglio d’amministrazione, e il bilancio dell’azienda. Fallire è molto più semplice di quel che si pensa, e le prime partite durano meno di un panino.
Trattandosi di una simulazione “in tempo reale” (con tanto di stagioni che scorrono) nessuna delle sezioni può essere abbandonata a se stessa. Se si assumono poche cassiere si rischiano file chilometriche alle casse, se si lasciano mucche pazze o malate insieme alle altre si rovina tutta la mandria al macello, se non si coltiva abbastanza mais le mucche non crescono, e così via.
In mezzo a tanti “AdverGame”, videogiochi pensati per promuovere un marchio aziendale, questo McDonald’s Videogame è l’esatto opposto.
Tutto è lecito per far soldi, senza nessuno scrupolo. Il gioco è disponibile per Windows e Mac ma anche in formato Flash da giocare on line (e quindi multipiattaforma) ed ha un effetto collaterale sicuramente indesiderato: fa venire una enorme, malsana e multinazionale voglia di hamburger!
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