Da quando il Web è esploso con il suo mare sconfinato di informazioni uno dei grandi interrogativi degli utenti è: cosa fare di tutti i contenuti interessanti che capita di trovare in ogni momento? Leggerli subito spesso è impossibile e allora, via ad immagazzinamento in Preferiti, appunti vari e servizi adatti allo scopo. La diffusione del mobile ha probabilmente acuito il problema: l’utente mobile si sposta, va di fretta, legge lo smartphone mentre è sui mezzi pubblici o cammina, in ascensore o in coda al supermercato, insomma in tanti posti non adatti all’attenta consultazione di un articolo troppo interessante per lasciarselo sfuggire. Leggere più tardi diventa d’obbligo e ciò giustifica il nome di un’intera categoria di applicazioni, le cosiddette “Read it later”, di cui Pocket, quella che presentiamo oggi, è regina. Si tratta di un sistema complesso, un servizio vero e proprio. L’abbiamo provato tramite il client Android ma lo si può utilizzare anche via iOS, Kobo nonché interfaccia web.
Pocket permette non solo di salvare al volo un contenuto e di renderlo disponibile ovunque tramite qualsiasi client ma lo conserva anche in locale per una futura fruizione offline ed in un formato particolarmente ottimizzato che privilegia i testi senza penalizzare video e immagini ma rimuovendo tutti i “fronzoli” utili solo nelle pagine web.
Proviamolo insieme: prendiamo il nostro smartphone in cui è installata l’app Pocket e cerchiamo in Rete una ricetta per il Tiramisù. Aperta la pagina di quella prescelta la salviamo nel nostro account Pocket tramite il pulsante Condividi .
Fatto ciò, una breve notifica ci avvisa che l’operazione si è conclusa con successo.
A questo punto, aprendo l’app troveremo il nuovo segnalibro a disposizione.
Cliccandolo noteremo che la versione del contenuto che ci apparirà sarà decisamente più snella dell’originale.
Tra l’altro, si può notare che nella barra in alto non c’è alcuna connessione attiva: per provare la consultazione offline, abbiamo momentaneamente interrotto qualsiasi collegamento con Internet.
Se Pocket fosse in grado di interagire solo con il browser ci sarebbe poco di sorprendente. Il bello è che esistono più di 1500 applicazioni in grado di salvare i propri contenuti nella sua sconfinata banca dati, merito delle API che sono state predisposte appositamente affinché sviluppatori di tutto il mondo possano interagire con questo strumento.
Iniziare a lavorare con Pocket non è affatto difficile e l’approccio è reso ancora più agevole da una fase di training molto veloce che accoglie l’utente alla prima esecuzione indicando passo passo il da farsi.
L’occasione è troppo ghiotta per non unirsi al più presto ai suoi milioni di utilizzatori.