Storico e bellissimo programma per suonare, da pochi mesi rilasciato gratuitamente dalla Propellerhead che lo produce. Rebirth (rinascita) è un software per utilizzare in maniera simulata un paio di indimenticabili strumenti elettronici della Roland, per l’esattezza due “bassline” e due batterie elettroniche: i numeri della musica elettronica vintage in questo caso sono 303, 808 e 909.
“Storico” è la parola giusta, e persino tutto il sito che è stato dedicato al programma, e al suo rilascio gratuito, è strutturato come un vero e proprio “Rebirth Museum” (clicca sul titolo della scheda o l’icona del programma in cima!) dedicato alla storia e vicende di un gioiellino software, imperdibile per chi suona, divertente per chi vuol cominciare, stimolante per chi ha fantasia.
I suoni di quelle batterie, e di quei semplici synth, rivivono dentro Rebirth che consente di comporre singoli pattern ritmici e vere e proprie canzoni formate da differenti pattern legati tra loro.
I 4 strumenti sovrapposti si possono suonare e pilotare in punta di mouse o via MIDI, e sebbene la strumentazione propenda ovviamente per musica di tipo hip-hop, techno, trance e dintorni… nessuno vieta di utilizzare Rebirth per qualsiasi altro genere di musica, ferme restando le limitazioni legate al numero e tipo di strumenti a disposizione.
Ma il parco “suoni” del programma non si ferma a quelli disponibili nel download principale: sono pronti all’uso una sessantina di “mods” ufficiali che consistono in piccoli download aggiuntivi, plug-in contenenti solitamente una nuova interfaccia per il programma e set di suoni aggiuntivi per le batterie elettroniche, compresi effetti sonori e altre diavolerie digitali!
Inoltre il “rack” virtuale (vedi immagine allegata a questa scheda) contiene anche degli effetti come delay, distorsore e filtri, da applicare in tempo reale e dinamico nel corso dell’esecuzione e registrazione.
Questo “emulatore di sintetizzatori” essendo un po’ datato non ha bisogno di computer particolarmente recenti per rendere al meglio. Viene distribuito sotto forma di ISO da masterizzare, previa registrazione gratuita al sito Rebirth Museum/Propellerhead. Il file è in formato.torrent, quindi serve un programma per effettuare download di quel tipo come BitComet o simili .
Una volta ottenuta l’immagine del disco di Rebirth occorre masterizzarla (con BurnCDCC o DeepBurner per Windows, ad esempio) tenendo presente che il CdRom così ottenuto serve sia per l’installazione che per eseguire ogni volta il programma.
Ricapitolando: registrarsi al sito, scaricare il file torrent, scaricare con un programma “torrent” la corposa ISO, masterizzare su Cd, installare! Troppa fatica? Basta ricordare che Rebirth fino a pochi mesi fa era un programma commerciale dal costo di oltre cento dollari, e dal valore inestimabile!;)
Il primo approccio con Rebirth non è dei più intuitivi: il programma ricalca anche nella grafica e nelle funzioni gli originali strumenti Roland, ma non potendo agire con le mani fisicamente sui potenziometri e tasti occorre usare il mouse. Creando un nuovo brano da zero (New, dal menu File) Rebirth lo riempie comunque con un po di note e ritmo, il che aiuta. Per modificare i ritmi della batteria occorre prima selezionare il tipo di percussione da utilizzare (cliccandoci sopra, ad esempio su CL come Clap, battito di mani) e quindi cliccare sul punto della battuta musicale nel quale si vuol sentire il clap. Il clic “accende” il piccolo led rosso virtuale di quella battuta, relativo ad ogni singolo strumento selezionato.
In questo modo, pezzettino per pezzettino, è possibile comporre graficamente, e ascoltando in tempo reale il risultato, anche complesse figure ritmiche. La TR-909, in basso, consente di inserire le percussioni con due differenti intensità. Un solo clic accende il led rosso a metà, e suonerà ad un volume più basso. Un secondo clic accende il led completamente, e suonerà quel singolo “clap” ad un volume più alto. Ogni singola percussione può essere un po’ modificata agendo sui potenziometri del tono, volume e rilascio (decay), o si può filtrare ogni singolo modulo nei filtri posizionati a destra dell’interfaccia di Rebirth.
Comporre i pattern di basso o synt con i due moduli sovrastanti è un po’ più complicato, ma rispettoso del funzionamento dell’originale BassLine Roland (qualcuno ricorda il basso synth in “Body Talk” degli Imagination? Ecco, è QUEL basso). Occorre inserire le note una ad una, passo passo (step by step!) selezionando di volta in volta la nota sulla tastiera e l’eventuale “slide”, quel tipico effetto di “scivolamento” che porta una nota verso un’altra senza suonarla di nuovo.
Una semplice guida in linea, in inglese, descrive sommariamente le singole funzioni e strumenti, ma a Rebirth sono stati dedicati negli anni fior fiore di siti, forum, blog, libri e fan club dedicati a chi ha intenzione di utilizzarlo in maniera intensa e creativa.
Utilizzandolo via MIDI con una tastiera collegata, o sincronizzandolo con altri strumenti software e non, Rebirth da sicuramente il meglio di sè.
Se i suoni vintage non entusiasmano, o appaiono un po limitati, nelle “mods” aggiuntive si può trovare di tutto… dall’etnico al techno estremo, dagli effetti spaziali al drum-n-bass.
Il prodotto delle proprie creazioni musicali si può salvare in formato.AIF o WAV, pronto per essere masterizzato.
Onore al merito alla Propellerhead che ha deviato risorse e supporto al più completo e complesso (e incredibile!) programmone Reason, che opzionalmente ha anche i suoni di Rebirth. Ma in quel caso vuole circa 450euro, per farsi titillare i potenziometri digitali.