Alla WWDC di quest’anno, una delle novità più inattese ma piacevoli, è stata la presentazione di Swift Playground , applicazione per iPad che si prefigge lo scopo di insegnare la programmazione a tutti, partendo da zero.
L’applicazione è stata rilasciata contestualmente all’uscita di iOS 10, ed è disponibile gratuitamente per tutti i modelli di iPad che supportano il nuovo sistema operativo mobile Apple. L’app si divide fondamentalmente in tre parti:
-le lezioni , che attraverso una serie di enigmi animati insegnano le basi della scrittura del codice;
-gli esempi , che presentano delle vere e proprie mini-applicazioni, con codice già pronto che può essere modificato per divertirsi a sperimentare;
-la scrittura vera e propria di codice, da zero, con la possibilità di eseguire direttamente su iPad ciò che si è programmato, condividerlo con altri, o importarlo su Mac (in Xcode) per successive rielaborazioni.
Le lezioni sono ben strutturate e divise in due sezioni: i concetti fondamentali, e ciò che sta al di là delle basi. Si parte dai concetti minimi dei singoli comandi, fino ad arrivare all’elaborazione di algoritmi e funzioni complicate, passando ovviamente da istruzioni logiche, cicli for… next, while-do, i tipi di variabile, la struttura di un programma ecc. L’approccio è veramente molto semplice, con lo scopo di insegnare le basi anche a chi è completamente a digiuno dell’argomento, ma purtroppo c’è da segnalare il fatto che l’app è soltanto in lingua inglese: da un lato può essere uno stimolo più per imparare anche la lingua (si tratta comunque di concetti generalmente semplici dal punto di vista linguistico), dall’altro un ostacolo per i più giovani che, soprattutto in Italia, partono svantaggiati sotto questo punto di vista.
Venendo agli esempi, si trovano alcuni semplici programmi in cui l’utente può modificare liberamente alcune parti di codice, e sperimentare direttamente l’effetto delle modifiche mandando in esecuzione il programma. A differenza delle lezioni, dove la stesura del codice ha sempre come scopo quello di risolvere una sorta di puzzle con i personaggi, gli esempi sono delle applicazioni vere e proprie; per quanto semplici sono indicate come Challenges , sfide, perché si propongono di incoraggiare l’utente a modificare il codice: sono le prime vere sfide di programmazione reale.
L’ultima parte è quella della programmazione libera: potete partire da un foglio bianco e scrivere tutto il codice che volete, mettendo a frutto quanto imparato negli step precedenti e sfruttando l’apposito layout di tastiera realizzato da Apple per semplificare la stesura del codice (codice che, anche in questo caso, potrà essere testato direttamente su iPad).
Tralasciando il possibile ostacolo linguistico per chi non conosce l’inglese, si tratta di un ottimo esempio di come l’iPad possa essere non solo uno strumento di svago o di consumo passivo di contenuti, ma anche un valido strumento didattico, creativo… e, perché no, anche professionale. Non scordiamo infatti la possibilità di esportare il proprio lavoro verso il Mac per ulteriori rielaborazioni, nonché la possibilità di registrare un filmato di ciò che avviene a schermo sovrapponendo la propria voce (da cui la funzione didattica).
Se avete sempre desiderato creare le vostre applicazioni, ma avete sempre pensato di non saper programmare, potrebbe essere un buon punto di partenza per mettervi alla prova.
Gli altri interventi di sono disponibili a questo indirizzo