Puntare sulla produzione dei chip nel territorio europeo per rafforzare l’economia UE e proteggere le industrie strategiche. Sono queste le ambizioni esplicitate da Mario Draghi in tema di semiconduttori. Il Presidente del Consiglio le ha ribadite oggi alla Camera dei Deputati, in vista della trasferta a Bruxelles prevista per domani.
Una priorità è aumentare la produzione di microchip in Europa.
Chip strategici per l’Europa, parola di Draghi
Nel suo discorso, Draghi si è concentrato su quelli che devono essere gli obiettivi da qui al 2030. L’Europa deve fare quanto in suo potere per evitare ulteriori ripercussioni dovute al rallentamento delle forniture, anche facendo tesoro dell’esperienza acquisita con la crisi recente che non accenna ad allentare la presa.
La carenza di semiconduttori, essenziali per molte industrie strategiche come i mezzi di trasporto, i macchinari industriali, la difesa, è stata particolarmente dannosa. L’ambizione europea è aumentare la propria quota di mercato dal 10 al 20 per cento della produzione globale di chip entro il 2030. Questo incremento ci permetterebbe di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti a fronte di eventuali ritardi nelle importazioni.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, rende le comunicazioni alla Camera dei Deputati in vista della riunione del Consiglio Europeo del 24 e 25 marzo (fonte: Governo Italiano)
Sulla base di quanto previsto dal Chips Act proposto a inizio febbraio dalla Commissione Europea, l’intenzione è quella di puntare a un massiccio stanziamento di risorse da destinare a ricerca e sviluppo.
Il Chips Act della Commissione Europea costituisce un importante passo in avanti per raggiungere questi obiettivi. Intendiamo aumentare gli investimenti nella ricerca, e sviluppare e rafforzare una capacità produttiva verticalmente integrata, che assicuri un’effettiva autonomia nella produzione e packaging dei microchip.
Investimenti dall’Italia e non solo
Rientra in quest’ottica il fondo da 4 miliardi che, solo poche settimane fa, l’Italia ha scelto di mettere a disposizione per favorire lo sviluppo di progetti industriali dedicati.
A livello nazionale, il Governo ha approvato a inizio mese la creazione di un fondo da oltre 4 miliardi per sviluppare l’industria e la ricerca sui semiconduttori e sulle tecnologie innovative. Dobbiamo rimanere aperti anche agli investimenti esteri, ma con un approccio coordinato fra Stati membri e norme che favoriscano le ricadute positive per l’intera industria europea.
Il riferimento agli investimenti esteri non può che chiamare in causa gli 80 miliardi di euro che Intel ha intenzione di investire nel vecchio continente.