Mario Draghi ha appena enunciato al Senato il programma del proprio Governo, chiedendo così la fiducia su pilastri estremamente chiari in termini di programma. Il suo non sarà un Governo di lunga gittata, ma vuol essere un esecutivo che basa le proprie azioni su una visione profondamente riformatrice: un discorso estremamente pragmatico per certi versi, sicuramente visionario in alcuni aspetti, profondamente politico in tutta la sua essenza.
Tre i paradigmi di principio su cui il programma sarà intessuto: People, Planet, Prosperity. Con queste tre parole si abbraccia idealmente l’intero emisfero parlamentare, toccando le differenti sensibilità che le due camere esprimono, ma anche di fronte alle difformità di opinione si richiede un atteggiamento nuovo: “l’unità non è un’opzione, ma un dovere“. Un Governo convintamente europeista, con grande freddezza nei confronti della Cina ed una visione fortemente orientata verso l’alleanza atlantica. Dopodiché si scende nel dettaglio, con alcune indicazioni molto importanti per quelle che saranno le politiche legate all’innovazione.
Il programma di draghi
People, Planet, Prosperity, ma c’è anche una parola ulteriore che torna ricorrente lungo tutto il suo discorso: “digitale“. Compare ben 9 volte in varie declinazioni lungo tutto l’intervento, tessendo come un filo invisibile l’intera programmazione governativa che si intenderà porre in essere. L’innovazione, insomma, è indicata chiaramente come lo strumento su cui occorre investire ovunque si intenda ripensare il Paese: è la prospettiva con cui le riforme debbono essere scritte, è il paradigma sul quale occorre pensare ai traguardi che ci si prefigge. Qualunque sia l’ambito, qualunque sia l’obiettivo, la digitalizzazione è lo strumento che Draghi chiede di mettere in campo sia in termini strumentali, sia in quanto a competenze.
Le Missioni del Programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva.
L’approccio alle nuove tecnologie, se fosse necessaria una qualche dimostrazione è immediatamente chiarito a proposito del tema della Telemedicina: Draghi ritiene che questo strumento sia fondamentale per la riforma della sanità, identificando nelle singole abitazioni il nuovo luogo presso cui è possibile spostare l’assistenza grazie a quanto messo a disposizione dalle nuove tecnologie. La medicina di prossimità può pertanto essere rivista e corretta proprio alla luce di ciò che la tecnologia sarà in grado di proporre, attingendo quindi all’innovazione non come ad una soluzione temporanea, ma come ad una leva su cui investire a vantaggio delle prossime generazioni.
Investire in connettività è la logica conseguenza di tutto ciò, ma è al tempo stesso qualcosa su cui Draghi richiede tempi certi: solo con scadenze fisse e rispettate è possibile immaginare davvero di mettere a terra i vantaggi dei denari spesi in infrastrutture. Quale infrastruttura è oggi più importante della banda ultralarga? Draghi sembra averne ben chiare in mente le dinamiche.
Nelle prossime settimane rafforzeremo la dimensione strategica del Programma, in particolare con riguardo agli obiettivi riguardanti la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G
Grande attenzione è stata riposta sul tema della formazione, auspicando una revisione dei tradizionali percorsi scolastici annuali, ma anche recuperando quanto di buono il digitale è stato in grado di offrire in questi mesi:
La globalizzazione, la trasformazione digitale e la transizione ecologica stanno da anni cambiando il mercato del lavoro e richiedono continui adeguamenti nella formazione universitaria. Allo stesso tempo occorre investire adeguatamente nella ricerca, senza escludere la ricerca di base, puntando all’eccellenza, ovvero a una ricerca riconosciuta a livello internazionale per l’impatto che produce sulla nuova conoscenza e sui nuovi modelli in tutti i campi scientifici. Occorre infine costruire sull’esperienza di didattica a distanza maturata nello scorso anno sviluppandone le potenzialità con l’impiego di strumenti digitali che potranno essere utilizzati nella didattica in presenza.
In tema di Pubblica Amministrazione, Draghi ha chiesto una immediata accelerazione per recuperare gli arretrati e riportare la macchina statale alla piena efficienza. Ma c’è altro: Draghi ha chiesto di velocizzare le assunzioni ed ha ricordato quanto importante sia la formazione per il personale pubblico affinché non sia l’uomo l’ostacolo definitivo alla digitalizzazione:
La riforma dovrà muoversi su due direttive: investimenti in connettività con anche la realizzazione di piattaforme efficienti e di facile utilizzo da parte dei cittadini; aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti pubblici, anche selezionando nelle assunzioni le migliori competenze e attitudini in modo rapido, efficiente e sicuro, senza costringere a lunghissime attese decine di migliaia di candidati.
L’attenzione ad ecologia e sostenibilità era già del tutto chiara con l’istituzione di un Ministero per la Transizione Ecologica: nel discorso non ha fatto altro che ribadire la ferma convinzione per cui occorra lasciare alle prossime generazioni non soltanto bilanci a posto, ma anche un pianeta vivibile. Mai prima d’ora un esecutivo aveva espresso il concetto con tanta radicalità fin dalle prospettive di inizio mandato. Interessante è notare come, proprio nell’affrontare questo tema, ricorrano parole come “digitalizzazione” e “cloud computing”:
Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane.
Il discorso integrale
Ecco il discorso integrale di Mario Draghi al Senato:
“Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere“, chiosa il Presidente del Consiglio: “Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia“.