Le auto senza pilota, pur rispettando il codice della strada, spiazzano gli altri automobilisti che finiscono così per sbatterci contro. Ma rimangono più sicure.
A metterlo in luce è uno studio condotto dall’Università dei Trasporti del Michigan che ha analizzato le statistiche offerte da Google, Delhi ed Audi, i produttori che hanno già ottenuto permessi per sperimentare sul campo le loro auto senza pilota, comparandole con le statistiche di settore.
Quello che hanno fatto i ricercatori statunitensi è proiettare gli 11 incidenti finora registrati da tutti e tre i produttori, che insieme hanno viaggiato complessivamente per circa 1,2 milioni di miglia, sui miliardi di miliardi di miglia percorse annualmente dai veicoli guidati da umani, per poi compararne le percentuali rispetto al tipo di incidenti.
Gli studiosi hanno ritenuto ancora troppo esiguo il numero di veicoli autonomi nonché troppo incerto il numero effettivo di incidenti dei veicoli con autisti convenzionali per trarre conclusioni assolute, così come non è stato possibile comparare gli incidenti mortali (nessuno per le auto senza pilota, o i frontali, anche questi fermi a zero).
Ciononostante hanno notato alcuni trend interessanti: ogni incidente legato alle driverless car è stato causato da un autista di una automobile convenzionale e le aiuto automatiche nel 73 per cento dei casi sono state colpite ferme o mentre procedevano a meno di 5 miglia all’ora . E le auto driverless sono sempre state tamponate o colpite sulla fiancata, mai davanti.
Si tratta di un dato interessante in quanto, considerando gli incidenti delle auto con autisti convenzionali, quelli contro oggetti immobili rappresentano solo il 15,8 per cento: oltre alla più semplice conclusione che le auto senza pilota sono apparentemente più sicure , sembra anche che siano più facilmente bersaglio degli autisti umani rispetto ad altre vetture ferme o molto lente.
In questo senso sembra aver ragione Google, che ha intuito che il problema al momento stia nel fatto che le auto senza pilota, pur conoscendo strade e regole e sapendo riconoscere i pericoli, si comportano, paradossalmente, troppo da robot, ignorando che guidare non significa fare scelte binarie, ma anzi costringe a comportamenti imperfetti. Fino a quando non sarà del tutto eliminato il fattore umano dalle strade.
Claudio Tamburrino