Roma – Sono state ore concitate per i mobile gamer: i giochi acquistati attraverso la piattaforma N-Gage non solo sono personali e non cedibili, ma sembravano addirittura non essere trasferibili da un telefono all’altro, anche qualora l’apparecchio fosse appartenuto all’utente che aveva regolarmente acquistato i prodotti videoludici. Nel giro di poche ore, la smentita di Nokia: sistemi DRM tanto severi non pagano e il colosso finlandese si è affrettato a tornare sui propri passi.
La notizia della non trasferibilità dei giochi scaricati dalla piattaforma N-Gage è trapelata in rete nei giorni scorsi: a poche settimane dall’ inaugurazione del rinnovato servizio Nokia, All About N-Gage lancia l’allarme. Seppellita nelle condizioni di utilizzo della piattaforme N-Gage, c’è la sintesi dell’atteggiamento di Nokia: “Tutti i contenuti dovranno essere limitati ad una sola installazione per uso personale su un unico device Nokia compatibile con N-Gage”. Sono dunque tagliati fuori gli utenti di dispositivi compatibili ufficiosamente ma non ufficialmente , ma anche coloro che acquistano un gioco e intendono trasferirlo su un telefono diverso da quello sul quale per la prima volta è stato installato.
Nokia, o più probabilmente gli editori dei game, sembra abbiano previsto un sistema di attivazione legato all’identificativo di ogni telefonino: per sbloccare una demo, per convertirla in un gioco completo l’attivazione potrebbe passare per il controllo del codice IMEI . È possibile disinstallare e reinstallare un titolo senza perdere alcun diritto, ma non è possibile mantenere il proprio archivio di giochi N-Gage qualora l’utente decida di cambiare dispositivo e acquistare un nuovo Nokia compatibile. Un’eventualità non remota visto il frequente ricambio di questo tipo di dotazione tecnologica.
Non esistono ragioni per cui Nokia dovrebbe scegliere di implementare un sistema di protezione di contenuti a tal punto restrittivo, avvertono da All About N-Gage : i sistemi DRM non sembrano pagare , e la stessa Nokia, per il servizio Comes With Music ha decretato che, pur essendoci un sistema DRM a vigilare sul comportamento degli utenti, i brani acquistati rimangano di proprietà di colui che li ha acquistati. Un sistema antipirateria come quello che Nokia ha studiato per N-Gage non è semplicemente un provvedimento che potrebbe essere contestato sul fronte ideologico, una dimostrazione di sfiducia nei confronti degli utenti, ma è una mossa controproducente per lo stesso colosso finlandese: oltre a gettare uno stigma sul brand Nokia, questo sistema DRM scoraggia i nuovi acquisti e incoraggia la pirateria. Gli utenti potrebbero sentirsi in qualche maniera legittimati a procurarsi dei titoli pirata, che non richiedono codici di attivazione né oppongono problemi di trasferimento.
Dalla rete, oltre alle critiche indignate , piovono su Nokia delle proposte di implementare un sistema di autenticazione basato su account aggiornabili in base alla dotazione tecnologica dei singoli utenti. Nokia ha auscultato i sommovimenti dei netizen ed è tornata sui propri passi : la trasferibilità è stata accordata , i mobile gamer potranno fruire di un titolo anche qualora decidano di acquistare un nuovo Nokia. Si passerà in un primo momento per il servizio clienti, ma presto il tutto sarà gestito dall’utente, senza bisogno di intermediari.
La voce degli utenti vale miliardi, il futuro è vicino, così vicino che i sistemi DRM vi si scontrano. C’è chi sostiene che non abbiano speranza di sopravvivere, c’è chi ne celebra il funerale. Un gruppo di studenti di Harvard ne ha comunicato goliardicamente la scomparsa: un iPod e uno Zune giacciono in un blocco di cemento, uno stuolo di studenti in nero ha offerto ai lucchetti digitali una degna sepoltura.
Gaia Bottà