Per anni hanno supportato gli utenti nelle operazioni di copia più o meno privata e più o meno legale dei contenuti ospitati su DVD e Blu-ray blindati da protezioni DRM, per anni si sono scontrati con i detentori dei diritti e l’industria dell’elettronica di consumo a colpi di codice e di ingiunzioni in tribunale. SlySoft, produttore di software quali Clone DVD e AnyDVD, e Fengtao Software, produttore di DVDFab, hanno rinunciato alla sfida.
Dopo un glorioso passato di sprotezione , fra cui si ricorda l’epopea dello scardinamento di BD+ , SlySoft ha ceduto per prima, con un semplice messaggio sul proprio sito: “A causa di recenti richieste legali abbiamo dovuto interrompere le attività di SlySoft Inc.”. Per gli utenti, nonostante le rassicurazioni postate nei giorni scorsi sul forum dedicato, restano i semplici ringraziamenti di rito, e nessuna spiegazione.
Le pressioni legali da parte del consorzio AACS-LA, composto da IBM, Intel, Microsoft, Panasonic, Sony, Walt Disney, Toshiba e Warner Bros., hanno da sempre accompagnato la storia della software house con base ad Antigua e Barbuda, ma non ne avevano finora impedito l’amministrazione delle attività. TorrentFreak suggerisce che a pesare potrebbero essere le segnalazioni inoltrate nei giorni scorsi dall’industria alle autorità statunitensi, a rammentare l’inefficacia delle azioni legali portate avanti presso la giustizia di Antigua.
Trascorse poche ore dalla comunicazione di SlySoft, è stato il turno di Fengtao Software, produttore di DVDFab, e già colpito nel 2014 da un’ ingiunzione decretata da un tribunale statunitense con cui l’industria rappresentata da AACS-LA mirava ad estirpare dalla rete tutte le manifestazioni del software. Con un comunicato affidato a Myce, la software house ha annunciato che “non crackerà né aggirerà la prossima versione dell’Advanced Access Content System (comunemente noto come AACS), che sarà usata per proteggere i contenuti Blu-ray Ultra HD (4K UHD)”.
Fengtao chiama in causa un documento trapelato in rete dopo il crack di Sony Pictures noto come AACS 2.0 Draft , nel quale si delineano le specifiche delle nuove soluzioni anticopia, che rappresenteranno uno spartiacque anche per la dotazione tecnologica degli utenti: alla prima visione sarà richiesta una connessione a Internet per convalidare il supporto mediante la funzione Trusted Execution Environment, e il supporto dello standard anticopia HDCP 2.2, fino a poco tempo fa fa ritenuto inviolato. La software house, avverte, non si cimenterà con questi lucchetti.
Ricordando che il dibattito per le copie private di contenuti legalmente acquistati si configura come un diritto in diversi paesi, Fengtao suggerisce che “decriptare le protezioni anticopia è un’attività in corso dall’era del DVD, e non si fermerà probabilmente nel prossimo futuro”. Anche senza il suo contributo .
Gaia Bottà