Traffico volante in arrivo sui cieli americani. Dopo le accuse lanciate da Amnesty e dal governo pakistano per gli attacchi indiscriminati nei paesi asiatici, la Federal Aviation Administration ha deciso che stilerà una tabella di marcia per regolamentare il volo dei droni sul territorio statunitense. Nel corso dell’Aerospace Industries Association’s che si è tenuto la scorsa settimana a Washington la FAA ha presentato l’ Integration of Civil Unmanned Aircraft Systems (UAS) in the National Airspace System (NAS) Roadmap , relazione di 66 pagine in cui si delineano alcuni principi base sulle future norme che autorizzeranno i velivoli senza pilota a sorvolare i cieli USA.
Una mossa necessaria poiché l’attuale disposizione manca di regole chiare, costringendo così la FAA a valutare caso per caso rendendo la situazione difficilmente gestibile, specie quando i droni vengono utilizzati per fini speciali come quando si pattugliano i confini con il Messico o per perlustrare zone colpite da disastri naturali o incendi. “Ci rendiamo conto che l’uso crescente di velivoli senza pilota presenta grandi opportunità, ma è anche vero che l’integrazione di questi aerei presenta sfide significative”, ha dichiarato Michael Huerta, numero uno della FAA. La missione si presenta, infatti, abbastanza complicata, poiché l’orientamento della FAA è di equiparare i droni ai velivoli con equipaggio, anche se con l’aumento dell’uso di droni per scopi commerciali e come hobby, appare piuttosto difficile individuare linee guida valide per tutti. Per questo il piano di integrazione degli Unmanned Aircraft Systems (UAS) avrà una durata quinquennale e passerà attraverso tre distinte fasi.
Il primo passo sarà favorire i voli dei circa ottanta droni già in uso alle forze militari e ad alcune università, anche se si manterrà una politica di limitazioni, per poi attuare una prima forme sperimentale di integrazione mediante certificazioni su misura che rispettino alcuni standard circa la costruzione, il funzionamento e le prestazioni dei dispositivi. L’ultimo passaggio sarà il varo completo delle norme che regolamenteranno ogni tipo di velivolo con piloti e droni certificati e in linea con le norme vigenti, proprio come avviene oggi con gli aerei che trasportano passeggeri. Nel frattempo la FAA è alla ricerca di un rimedio per salvaguardare la privacy dei cittadini, facilmente violabile sfruttando un drone: per capire come muoversi in questo campo, oggi minato più che mai, a partire dal prossimo anno saranno effettuati test sullo scambio dei dati tra dispositivo e pilota in sei aree specifiche, che verranno selezionate da un ventaglio di 26 zone interessate entro la fine dell’anno.
Attesa da società del settore e appassionati, la roadmap della FAA provocherà prevedibilmente reazioni divergenti: da una parte coloro che potranno finalmente volare senza limiti, dall’altro lato chi finora si è divertito a giocare con la propria macchina volante potrà invece incontrare problemi e maggiori vincoli rispetto ad ora. A prescindere dalle future sfumature, l’unica certezza riguarda la diffusione del fenomeno: se per Huerta si tratta di una tecnologia innovativa che porterà grandi benefici, l’Associazione Internazionale dei velivoli senza pilota (AUVSI) non ha dubbi sull’imminente boom dei droni, che avrà risvolti anche sociali con la creazione di oltre 100mila posti di lavoro nel corso dei prossimi dieci anni.
Alessio Caprodossi