Nato come un servizio dedicato esclusivamente allo storage dei contenuti sul cloud e andato nel tempo evolvendo fino a diventare una piattaforma completa per la produttività, Dropbox affronta ora quella che forse è la più difficile delle sue transizioni: la società ha optato per un round di licenziamenti che interesserà l’11% della forza globale. 315 dipendenti si troveranno a dover cercare una nuova occupazione.
Dropbox si ridimensiona e licenzia
È quanto reso noto con la comunicazione 8-K spedita alla Securities and Exchange Commission statunitense, pratica obbligatoria in questi casi per le realtà quotate sul mercato azionario. Proprio nei mesi scorsi, in ottobre, Dropbox aveva annunciato la volontà di diventare Virtual First legandosi fortemente al concetto di smart working. Quanto reso noto oggi non era però ciò che avevamo immaginato scrivendo che “La società non chiederà a dipendenti e collaboratori di tornare in ufficio nemmeno una volta che la crisi sanitaria avrà finalmente allentato la sua presa”. Riportiamo di seguito in forma tradotta un estratto dal messaggio firmato dal CEO e co-fondatore Drew Houston sulle pagine del blog ufficiale.
Questa è una comunicazione per me difficile da dare, ho sperato di poter scrivere notizie migliori. Abbiamo preso la difficoltosa decisione di ridurre la dimensione della nostra forza lavoro globale di 315 persone o approssimativamente dell’11% della società. Questa riduzione, sebbene dolorosa, è necessaria per implementare le nuove strategie che abbiamo condiviso nel corso degli ultimi mesi.
Lascerà Dropbox anche Olivia Nottebohm, Chief Operating Officer dal febbraio 2020 dopo aver trascorso oltre cinque anni in Google al lavoro su progetti legati al cloud.