Come anticipato questa mattina, la Commissione europea ha aperto un’indagine formale nei confronti di Meta per verificare la possibile violazione del Digitale Services Act (DSA). L’azienda di Menlo Park non avrebbe adottato misure efficaci per contrastare la disinformazione e la pubblicazione di inserzioni ingannevoli su Facebook e Instagram. Sotto esame anche l’annunciata chiusura del tool CrowdTangle.
Pesanti accuse per Meta
Meta è l’azienda che ha ricevuto il maggior numero di richieste di informazioni sulla base del DSA (sei tra ottobre 2023 e marzo 2024), la prima delle quali in merito alla diffusione di fake news sulla guerra tra Israele e Hamas. Secondo la Commissione europea, l’azienda di Menlo Park avrebbe violato 13 articoli della legge. Le accuse sono piuttosto gravi.
La prima riguarda il mancato rispetto degli obblighi su contrasto alla disinformazione, inserzioni ingannevoli e comportamenti coordinati non autentici (manipolazione dell’opinione pubblica). A causa dell’assenza di un’adeguata moderazione, simili contenuti possono rappresentare un rischio per il dibattito civico, i processi elettorali e i diritti fondamentali.
La Commissione sospetta inoltre che la policy sui contenuti politici non rispetti il DSA. In pratica, la modalità usata per penalizzare i contenuti tramite l’algoritmo dei suggerimenti non è molto trasparente. Sarebbero stati rilevati anche casi di shadowbanning, ovvero la limitazione della visibilità degli account che pubblicano un numero elevato di post politici.
Un’altra accusa per Meta riguarda i contenuti illegali. Il meccanismo per le segnalazioni non è facilmente accessibile agli utenti. L’azienda non avrebbe inoltre implementato un sistema efficace per la gestione dei ricorsi contro le azioni di moderazione.
Sotto esame infine la mancanza di un tool che permette il monitoraggio dei contenuti in tempo reale. Invece di offrire a giornalisti, ricercatori e società civile uno strumento più completo in tempo per le prossime elezioni europee, Meta ha annunciato la chiusura di CrowdTangle, senza prima rilasciare un tool simile.
Quest’ultima violazione è considerata la più grave, in quanto impedisce di rilevare fake news e altri contenuti che potrebbero interferire con il processo elettorale. La Commissione ha quindi concesso 5 giorni di tempo a Meta per fornire i necessari rimedi.
Nel corso dell’indagine verranno raccolte altre prove. Non è prevista una scadenza. Se verrà accertata la violazione del DSA, Meta rischia una sanzione fino al 6% delle entrate annuali globali. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato:
Disponiamo di un processo ben consolidato per identificare e mitigare i rischi sulle nostre piattaforme. Continueremo la nostra collaborazione con la Commissione europea e forniremo ulteriori dettagli su questo lavoro.