Mozilla ha pubblicato i risultati dello “stress test” relativo alla trasparenza sulla pubblicità, uno degli obblighi previsti dal Digital Services Act (DSA) in Europa. Il report conferma che le 11 Big Tech esaminate non forniscono tutte le informazioni richieste o semplici tool per l’accesso ai dati da parte dei ricercatori.
Poca trasparenza sulle inserzioni
In base al DSA, le piattaforme e i motori di ricerca di grandi dimensioni devono pubblicare un repository con tutte le inserzioni per consentire a ricercatori e utenti di comprendere chi ha commissionato/pagato le campagne di advertising e chi sono i target. Mozilla ha collaborato con CheckFirst per analizzare i tool offerti da 11 Big Tech: AliExpress, Apple (App Store), Alphabet (Google Search e YouTube), Meta (Facebook e Instagram), Microsoft (Bing e LinkedIn), Booking, Pinterest, Snapchat, TikTok, X e Zalando.
Mozilla e CheckFirst hanno rilevato che nessuna azienda offre un archivio completo e tool adeguati per la ricerca delle inserzioni. Solo 5 delle 14 piattaforme permettono di accedere al repository dall’interfaccia principale. La peggiore di tutte è X. Oltre a dati importanti, mancano funzionalità specifiche per la ricerca e l’elenco delle inserzioni viene fornito tramite un file CSV lento da caricare. Punteggio negativo anche per AliExpress, Bing, Snapchat e Zalando.
Nella fascia intermedia si posizionano Alphabet, Booking e Pinterest. I “migliori” repository sono quelli di Apple, LinkedIn, Meta e TikTok. La trasparenza pubblicitaria è uno dei punti che esaminerà la Commissione europea durante le indagini avviate nei confronti di X, TikTok e AliExpress. Dopo una sospensione temporanea, anche Amazon dovrà rispettare l’obbligo.
Mozilla e CheckFirst suggeriscono una serie di modifiche per migliorare le “ads library”, tra cui l’uso di uno standard per il formato dei dati che semplificherebbe la ricerca comparativa.