Una procedura di infrazione è stata avviata nelle scorse ore dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia per come è stato gestito l’avvio della televisione digitale terrestre nel nostro paese, frutto di regole che sembrano contravvenire alle direttive comunitarie.
La procedura, la cui formalizzazione era prevista ormai da diverso tempo, richiede che l’Italia entro due mesi spieghi nei dettagli come intende rimediare ai vantaggi che le normative hanno regalato al duopolio televisivo, quello dominante nell’analogico, che ha potuto trasferire de facto il suo peso nel nuovo mercato.
Una situazione, questa, già lungamente dibattuta e che era stata affrontata dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni nei giorni scorsi , in un intervento con cui ha ridisegnato lo sviluppo del DTT in Italia, con uno switch-off (passaggio dall’analogico al digitale) previsto per il 2012.
La lettera inviata dalla Commissione Europea al Governo italiano rappresenta il primo passo formale verso l’apertura di una procedura di infrazione. Il suo esito dipenderà, evidentemente, dalle misure che il Governo intende adottare per far fronte all’accusa principale, che è quella relativa alla costituzione di un mercato televisivo bloccato , in mano ai soliti noti e che fin qui non ha rappresentato una nuova opportunità per editori e produttori lontani dal duopolio Mediaset-RAI, che insieme governano la maggioranza delle frequenze nel digitale.
Ovvia la soddisfazione di Altroconsumo : è stato infatti un suo esposto a provocare l’intervento della Commissione. Secondo Altroconsumo la legge Gasparri ha attribuito illegittimamente a RAI e Mediaset diritti speciali che ne rafforzano la posizione dominante e impediscono l’accesso al mercato a nuovi operatori, limitando la concorrenza. “Il tentativo di cristallizzare il duopolio televisivo – spiega Paolo Martinello, presidente dell’associazione – rischia di arrecare limitazioni ai diritti e agli interessi dei consumatori”.
La ricetta dei consumatori è per molti versi in linea con i propositi di Gentiloni. Anzitutto la revisione della Gasparri in senso pluralistico, con un occhio ai tetti massimi della pubblicità, e soprattutto maggiore potere di intervento all’ Autorità TLC per consentire azioni tempestive e trasparenti.
“Altroconsumo ricorda al presidente Calabrò – spiega l’Associazione – che da più di un anno sono pendenti dettagliate segnalazioni ed esposti per il continuo sforamento dei tetti giornalieri della pubblicità in tv, senza che l’Autorità abbia mosso ancora un dito. Quale migliore occasione offerta oggi dalla Commissione europea all’Agcom per prendere finalmente una posizione ferma contro l’utilizzo di decoder “proprietari” come quelli incentivati finora. Il decoder deve essere polifunzionale e permettere all’utente di accedere a tutte le piattaforme tecnologiche esistenti, quindi anche alla tv via internet e al satellite, oltre al digitale terrestre, se si vuole che la tv digitale diventi una realtà anche nel nostro Paese”.
Il DTT italiano cambia rotta?