Qualche agenzia, nel riprendere il nostro comunicato stampa del 16/10/07, ha definito lo stesso una “notizia/provocazione”. Il contenuto nulla voleva avere di “provocatorio” se non l’esternare la grande delusione che un imprenditore prova nel sentirsi abbandonato prima e messo alla gogna poi (in gergo volgare qualcuno direbbe “cornuto e mazziato”).
Se l’aver investito cifre esorbitanti in un progetto da realizzarsi in una precisa area identificata come “all digital” al solo fine di raggiungere un comune obiettivo e cioè far decollare l’utilizzo quotidiano del digitale terrestre; se l’aver creato e mantenuto contatti con utenti, installatori, costruttori e distributori di decoders, costruttori degli apparati di trasmissione ecc…; se l’aver sperimentato, con ulteriori investimenti, anche l’introduzione di “gap fillers” sui quali la tecnologia SFN è basata; se tutto ciò, a senso unico e senza possibilità di confronto, deve essere giudicato con valore negativo, allora nello sviluppo del DTT in Italia qualcosa davvero non funziona, a maggior ragione nelle aree “all digital”.
Occorre precisare che le emittenti che rappresento non si erano limitate al solo switch-off sulla città di Aosta ma, in coerenza con la definizione “all digital”, avevano convertito l’intera rete regionale rendendo di fatto possibile la sperimentazione DTT in chiaro (e non in pay-tv) in tutte quelle aree della Valle precedentemente servite con il segnale analogico, rinunciando con questo a lucrosi contratti pubblicitari in corso.
Nel nostro specifico caso era già possibile ricevere il bouquet digitale di Rete Saint Vincent, anche in auto e senza soluzione di continuità, da Quincinetto a Courmayeur, idem per quanto riguarda E21 Network. Personalmente avevo avviato concreti progetti di compatibilizzazione, sia con Mediaset sia con Rai, che avrebbero consentito di ottimizzare la copertura e razionalizzare lo spettro radioelettrico, oltre che a vantaggio di nuovi eventuali operatori, soprattutto a vantaggio dell’utente finale identificabile nei telespettatori.
Purtroppo lo scoraggiante “muro di gomma” sul perdurare dell’applicazione della lacunosa e vecchia materia legislativa che nulla diceva sui “gap-fillers”, unita all’interpretazione “restrittiva” della recentissima normativa che, al contrario, legittima l’installazione degli stessi senza preventiva richiesta, si è ultimamente trasformato in un dannoso, insormontabile ed intollerabile scoglio, che ha reso necessaria la pur dolorosa scelta di abbandonare le trasmissioni in tecnica digitale ed il relativo sviluppo, con ritorno alle trasmissioni analogiche.
Mauro Pagliero