Roma – Adiconsum e Movimento Difesa del Cittadino hanno annunciato di aver raggiunto un’intesa con La7 che, sulla spinta delle associazioni del consumo, ha modificato il contratto dei servizi di tv a pagamento offerti attraverso il sistema “Cartapiù”; “un nuovo contratto – affermano le associazioni – che finalmente tutela i diritti dei consumatori”.
A questo importante risultato si è arrivati dopo la sentenza dell’Antitrust che ha dichiarato ingannevoli gli spot che promuovevano la televisione digitale terrestre e dopo la diffida inoltrata dalle due associazioni alla stessa La7-Telecom e Mediaset.
Adiconsum ha spiegato in una nota che La7 a febbraio ha convocato diverse associazioni dei consumatori per costituire un gruppo di lavoro destinato a studiare il nuovo contratto. In particolare sono state approvate le seguenti clausole:
– accesso da parte dei clienti al servizio di Customer Care e alle relative numerazioni;
– comunicazioni e informative alla clientela;
– specificazione delle responsabilità espressamente riconducibili a La7 o viceversa ai produttori e/o rivenditori di decoder;
– diritto riconosciuto ai clienti di usufruire di specifiche garanzie nel caso di eventi non fruiti;
– tempi di sostituzione della Carta nel caso di malfunzionamento;
– istituzione di una procedura di conciliazione in collaborazione con le Associazioni dei Consumatori.
Il contratto ora disponibile sul sito di La7 , spiegano le associazioni, sostituisce il precedente, “garantendo così i consumatori che hanno già acquistato o acquisteranno una smart card Cartapiù”.
“Adiconsum e MDC – si legge in una nota – esprimono soddisfazione per quanto è stato fatto, soprattutto da parte di La 7- Telecom, che ha scelto di collaborare fattivamente con le associazioni consumatori, realizzando un contratto che possiamo definire di riferimento per tutti coloro che operano nei servizi della tv a pagamento”.
Nessuna risposta è invece giunta da Mediaset. “In assenza di segnali di disponibilità – conclude la nota – le associazioni consumatori si vedranno costrette ad intraprendere altre vie legali per ottenere il riconoscimento dei giusti diritti degli utenti”.