Dubai: (ri)condannato hacker britannico

Dubai: (ri)condannato hacker britannico

Era entrato nei sistemi di un provider catturando password e account. In appello ha perso due volte
Era entrato nei sistemi di un provider catturando password e account. In appello ha perso due volte


Dubai – Era entrato nei sistemi di un provider, aveva sottratto password ed account e li aveva utilizzati per leggere la posta elettronica di alcuni utenti. E in primo grado il giovane 22enne britannico Lee Alan Ashurst era stato condannato ad una sanzione amministrativa per aver “abusato” dei sistemi digitali del provider Etisalat.

Per questo Ashurst è ricorso in appello, ma gli è andata malissimo: il tribunale d’appello non solo lo ha riconosciuto colpevole per l’azione di cracking ma ha appesantito la situazione condannandolo anche per aver aperto corrispondenza appartenente a terzi.

Stando a quanto pubblicato dal quotidiano Zawya , la sentenza d’appello in sostanza conferma per il cracker una multa da 10mila dirham, circa 3 milioni e mezzo di lire. Ma Etisalat ha già aperto un procedimento parallelo che potrebbe costare ad Ashurst molto di più. Il provider ha infatti chiesto l’equivalente di quasi 1,2 miliardi di lire per i danni tecnici e di immagine subiti con l’incursione sui propri server da parte del cracker.

La posizione di Ashurst relativamente a questo secondo procedimento è molto debole proprio a causa della sentenza di appello e anche perché nel computer portatile del 22enne sono stati trovati due tool (Saint e John The Ripper) che possono essere utilizzati proprio per compiere azioni di cracking. Ancora non sono note le date del processo civile voluto dal provider.

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Pubblicato il
11 ott 2001
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