DuckDuckGo, assalto al search generalista

DuckDuckGo, assalto al search generalista

Il motore di ricerca attento alla privacy si rinnova. Introducendo funzionalità intelligenti per arricchire la pagina dei risultati
Il motore di ricerca attento alla privacy si rinnova. Introducendo funzionalità intelligenti per arricchire la pagina dei risultati

Design minimalista, risposte immediate e suggerimenti per comprendere se i risultati proposti siano davvero in linea con le proprie ricerche. La ricetta che DuckDuckGo propone ai suoi utenti, e a chi ha voglia di sperimentare un modo diverso di cercare cose su Internet, è tutta qua: un servizio che di base rimane il più fedele possibile ai principi di privacy per cui è stato concepito , ma che prova ad arricchire l’esperienza utente con estensioni della Search Engin Result Page (SERP) con novità già intraviste in parte altrove, su motori più diffusi.

un esempio di ricerca su duckduckgo

Di fondo la filosofia DuckDuckGo è sempre la stessa: privacy, ovvero nessun dato viene raccolto in forma esplicita o aggregata riguardo le informazioni cercate attraverso il servizio. In più, però, la pagina dei risultati ora offre delle “instant answer”, ovvero un meccanismo estensibile ed aperto alle idee e alle proposte della community che collabora allo sviluppo , per aggiungere in cima alla SERP una serie di risultati immediati in linea con la ricerca effettuata (il meccanismo ricorda vagamente il Knowledge Graph di Google). La community DuckDuckHack serve proprio a promuovere l’hacking del motore di ricerca: questo restyling, solo in parte estetico, è servito anche a introdurre lo spazio e le novità legate a questa funzione nel motore, che ora è anche in grado di aiutare a disambiguare le ricerche suggerendo quale potrebbe essere una chiave giusta per evitare di raccogliere risultati troppo generici.

Altri cambiamenti riguardano le pagine dei risultati di immagini, audio e video, visualizzabili o ascoltabili direttamente in loco senza la necessità di aprire la pagina destinazione (lo faceva già Bing, in particolare coi video), e delle risposte preconfezionate (ottenute, ancora, tramite l’intervento della community) da offrire alle domande fatte al motore di ricerca (ad esempio: con cosa fa rima banana? ). Una certa attenzione DuckDuckGo, e la papera Dax che campeggia nel suo logo, la prestano al cibo: il motore non solo è in grado di offrire indicazioni su ristoranti nelle vicinanze (ma pare non essere molto ferrato sui posti in Italia), ma può anche offrire un ventaglio di ricette legate a un piatto inserito come chiave di ricerca, proponendo tanto di contributo fotografico con una modalità analoga a quelle delle Instant Answer. Con lo stesso principio anche le previsioni del tempo sono a portata di search (e, in questo caso, lo stesso si era già visto su Google).

La differenza tra DuckDuckGo e la concorrenza, comunque, è tutta legata al meccanismo di sviluppo e selezione delle fonti: è la community a stabilire da dove attingere quale informazione, un po’ come il Yahoo! dei primordi in cui era l’intervento umano a decretare la rilevanza e l’utilità di una fonte. A questo si unisce il già citato principio di privacy applicato pervasivamente al search, che non raccoglie o sfrutta le informazioni che naturalmente gli vengono fornite da chi lo utilizza e che in più prova anche a minimizzare l’impronta digitale lasciata dal navigatore che surfa il Web (ad esempio eliminando i referral che giungono ai siti visitati).

Secondo quanto riferito dall’azienda, il traffico su DuckDuckGo è più che triplicato dallo scoppio dello scandalo Datagate : segno che gli utenti avvertono l’esigenza di maggiori tutele online, ma anche che la qualità del prodotto search alternativo è andata affinandosi e migliorando in questi anni.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
22 mag 2014
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