Indossare due mascherine serve per bloccare in modo più efficace la diffusione del virus responsabile di COVID-19? I ricercatori giapponesi di Riken e della Kobe University hanno posto la domanda al supercomputer Fugaku ottenendo un responso almeno parzialmente in contrasto rispetto a quanto affermato anche da alcune voci competenti in materia, inclusa quella della CDC statunitense (U.S. Centers of Disease Control and Prevention).
Mascherine: meglio una sola, indossata nel modo corretto
Il beneficio c’è, ma quantificandolo in termini percentuali non è poi così significativo. Anzi, indossandone due si corre il rischio di farlo in modo scorretto non facendole aderire bene al viso e intorno al naso. È bene precisare che la simulazione ha valutato la capacità di fermare le particelle espulse, non quelle emesse dagli altri con le quali è possibile entrare in contatto durante le normali attività quotidiane.
L’immagine qui sotto riassume alcuni degli scenari considerati da Fugaku. In rosso una mascherina non in tessuto (chirurgica) indossata in modo non aderente al viso, in verde una dello stesso tipo, ma più aderente. Quella beige rappresenta invece una mascherina non in tessuto ricoperta da uno strato di poliuretano. Nel grafico le colonne indicano la cosiddetta Droplet Collection Efficiency ovvero la capacità di fermare il droplet: la colonna blu è da riferirsi alle mascherine chirurgiche non aderenti, la rossa a quelle indossate in modo più aderente al viso e infine la viola a una indossata in modo aderente e ricoperta da un’altra in poliuretano.
A conti fatti, in termini di efficacia, secondo lo studio le migliori sono risultate essere le N95 (equivalenti alle nostre FFP2), poi quelle chirurgiche. Seguono quelle di stoffa e infine quelle con uno strato di poliuretano. Metterne una sopra l’altra non raddoppia la protezione, almeno per gli altri. Chiudiamo con il commento di Makoto Tsubokura, a capo del team che si è occupato della ricerca.
Usando due mascherine la loro efficacia non si somma.