Dopo aver seguito passo dopo passo l’avvicendamento dello switch off di tre canali Rai al DVB-T2 eccoci qui a capire che effetto ha avuto sull’audience. Purtroppo non ci sono buone notizie per Rai Storia e Rai Scuola. Infatti, questi due canali TV dal 28 agosto 2024, giorno in cui è avvenuto il passaggio al nuovo standard tecnologico, hanno perso quasi il 50% di ascolti.
Un risultato sicuramente preoccupante, ma che in un certo senso riconferma quello che si era detto da tempo. Il passaggio al DVB-T2 con trasmissione senza simulcast in DVB-T ha penalizzato tutti quei televisori non compatibili alla nuova tecnologia. Quindi una buona fetta di telespettatori è rimasta indietro, non potendo più accedere alla programmazione di questi canali.
A questo si aggiungono anche i vari problemi tecnici dovuti ai vari aggiornamenti del digitale terrestre. Infatti, per tutto settembre diversi utenti hanno lamentato difficoltà trasmissive, perdita di canali e segnale debole. Fermo restando che non si tratta di problemi legati alle infrastrutture, ma al fatto che molti non hanno aggiornato i loro apparecchi, hanno comunque penalizzato gli ascolti.
DVB-T2: Rai Storia e Rai Scuola in caduta libera
Purtroppo i dati Auditel non hanno fornito buone notizie a Rai Storia e Rai Scuola dopo il loro passaggio definitivo e unico alla tecnologia DVB-T2. I colleghi di DDay.it hanno analizzato e confrontato i dati rilevando un calo del 45% circa rispetto al 27 agosto, prima che avvenisse lo switch off:
Abbiamo confrontato gli ascolti di Rai Storia e Rai Scuola del giorno martedì 27 agosto con quelli del martedì di tre settimane dopo, il giorno 17 settembre. Rai Storia è passata da una copertura di 904mila spettatori totale giornata a 691mila, con un decremento del 23%. Non va meglio a Rai Scuola, che è passata da 603mla a 451mila spettatori, con una caduta di oltre il 25%.
Non è andato meglio il confronto effettuato su base settimanale. Questo indica che il DVB-T2 è sì una tecnologia migliorativa rispetto alla precedente, ma sta penalizzando la diffusione del digitale terrestre. Infatti, sono ancora troppi i dispositivi non compatibili con il nuovo standard. Nonostante questo passaggio obbligato, il divario tra chi ha un apparecchio compatibile e chi no è ancora molto elevato.