Roma – Assolto. Questo il giudizio dei magistrati norvegesi che hanno condotto il processo intentato contro il giovane loro connazionale Jon Johansen dai rappresentanti della Motion Picture Association of America (MPAA), le major del cinema hollywoodiano.
“Johansen non è colpevole – hanno sentenziato i giudici della Corte – e il verdetto è unanime”.
Come noto, Johansen era accusato dalla MPAA per aver realizzato un programma capace di superare i sistemi di protezione CSS che vengono apposti sui DVD in vendita. Johansen aveva realizzato il deCSS per poter utilizzare liberamente il DVD, acquistato regolarmente, sul sistema Linux montato sulla propria macchina. Nella sentenza i giudici hanno spiegato che il ragazzo aveva la libertà di utilizzare i DVD sul proprio sistema che, attraverso un’operazione di reverse engineering sui sistemi di protezione, Jon aveva reso “compatibile”. Le caratteristiche del software lo hanno poi reso immediatamente popolare e hanno portato ad una sua rapida inesorabile diffusione sulla rete.
La MPAA da tre anni a questa parte ha tentato in ogni modo di impedire al DeCSS di circolare ma la battaglia era persa in partenza, com’è sembrato ovvio fin dall’inizio. Il DeCSS non solo è stato persino oggetto di scommesse tra sviluppatori ma ha anche fatto il giro del mondo ed esiste oggi in molte diverse versioni. Una serie di altri procedimenti giudiziari, peraltro, tengono impegnata la MPAA contro siti che hanno pubblicato quel software o soltanto link ad altri siti che lo pubblicavano…
Nelle scorse settimane l’accusa aveva chiesto che DVD Jon venisse condannato a 90 giorni di carcere con la sospensione della pena. Negli Stati Uniti Johansen, 15enne all’epoca dei fatti e oggi 19enne, sarebbe stato colpevole secondo quanto previsto dalla criticatissima legge americana sul copyright nell’era digitale, il DMCA. Nel gennaio del 2000, a causa della denuncia dell’MPAA, Johansen era stato arrestato (aveva 16 anni) dalla polizia norvegese e rilasciato dopo un lungo interrogatorio e dopo il sequestro di tutti i propri materiali informatici e di quelli del padre.
A rendere ancora più cocente la sconfitta delle major in Norvegia anche i recenti fatti negli Stati Uniti. La Corte Suprema della California qualche giorno fa ha abbattuto una ordinanza d’urgenza che impediva ad un utente, Matthew Pavlovich, di distribuire il DeCSS. L’ordinanza era stata imposta nel corso di un procedimento giudiziario voluto dalle major. “I produttori dell’entertainment – ha affermato un avvocato della Electronic Frontier Foundation che difende Pavlovich – dovrebbero smetterla di fingere che il DeCSS sia un segreto”. La MPAA sostiene infatti che Pavlovich, diffondendo il DeCSS, si è macchiato di violazione delle leggi californiane sul segreto industriale.