Molti gestori europei di sale cinematografiche sono a dir poco furibondi con le major statunitensi. La distribuzione dei nuovi film in DVD – dicono – arriva sempre più a ridosso di quella nelle sale. Solo i gestori delle multi-sale di proprietà degli Studios non si lamentano, mentre le catene private europee come Odeon , Vue , Cinemaxx e Cinestar danno battaglia.
La protesta è già montata, e si è trasformata in una sorta di “censura” nei confronti di alcuni film. Ad esempio, molti operatori nel Regno Unito si sono rifiutati di mettere in cartellone l’ultimo lavoro di Ben Stiller, Night at the Museum , dopo aver saputo che la Fox voleva lanciarne ad aprile la versione DVD – solo 13 settimane dopo la distribuzione nelle sale. La stessa cosa è avvenuta in Germania, per il film fantasy Eragon .
Negli ultimi anni il numero di spettatori nelle sale è calato. Il motivo non è riconducibile ad un unico elemento ma se si considerano l’aumento dei prezzi dei biglietti, le code e il successo della riproduzione digitale casalinga – supportata dalla precoce disponibilità delle novità in DVD – il quadro appare certamente più chiaro. Gli impianti di home theater sono un best-seller ormai in tutta Europa.
Le major sono convinte che si debba accettare la situazione, e per questo motivo hanno iniziato a distribuire ogni titolo su tutte le piattaforme disponibili, quasi in contemporanea. “Anche se sono sicuro che molti gestori non saranno d’accordo, penso che dovremo mettere in discussione le vecchie regole del gioco, perché le modalità di consumo sono cambiate”, aveva dichiarato nel 2005 Robert Iger, presidente di Disney, in occasione delle prime proteste sui tempi di distribuzione delle novità.
Da allora uno dei casi più emblematici è stato senza dubbio quello del film Bubble di Stephen Soderbergh: nel gennaio del 2006 è stato distribuito contemporaneamente nei cinema e nei negozi. In 32 sale ha racimolato non più di 200 mila dollari complessivi – una cifra imbarazzante se si considera che è costato 1,5 milioni di dollari.
Alcuni osservatori sostengono che i gestori siano un po’ troppo legati al passato: come se rimandare il lancio dei film in DVD potesse far ritornare il pubblico nelle sale. I cosiddetti “periodi finestra” cambiano da paese a paese: negli Stati Uniti sono di quattro mesi; in Francia – per ordine del Governo – sono di sei mesi. In linea di massima, la politica europea è indirizzata verso tempistiche simili. Anche se i gestori riuscissero a strappare qualche settimana in più, dicono i produttori, sarebbero destinati comunque “a scendere in piazza” a causa dei nuovi sistemi di distribuzione digitale . Perché andare a noleggiare un DVD quando si può scaricare tranquillamente un film direttamente sul media center del proprio salotto? C’è chi si chiede se non avrebbe più successo una campagna per la salvaguardia del fascino delle sale cinematografiche, in molti casi ancora in grado di vendere regalare bei ricordi.
Dario d’Elia