DVD spaccato? Parla Take Two Interactive

DVD spaccato? Parla Take Two Interactive

L'azienda risponde al caso segnalato da un lettore e spiega come tutti i supporti utilizzati per la distribuzione siano garantiti. Rimangono aperte alcune domande che non riguardano l'azienda ma il Legislatore, domande sui diritti del consumatore
L'azienda risponde al caso segnalato da un lettore e spiega come tutti i supporti utilizzati per la distribuzione siano garantiti. Rimangono aperte alcune domande che non riguardano l'azienda ma il Legislatore, domande sui diritti del consumatore


Roma – A seguito della recente missiva di un lettore di Punto Informatico, alle prese con il DVD di un videogioco che ha trovato spaccato dopo averlo usato a lungo, Take Two Interactive Italia spiega nel dettaglio perché, a suo parere, quel DVD non doveva essere sostituito dal produttore, che peraltro non ha venduto direttamente il gioco all’utente, né lo ha fatto uno dei propri partner della sua rete commerciale.

“Spett.le Punto Informatico – scrive l’azienda – in primo luogo confermiamo come siano limitati i casi di difetti di CD quali supporto dei videogiochi da noi distribuiti. Questo perché in ogni fase della produzione, vengono applicati rigorosissimi controlli, affinchè il prodotto finito rispetti appieno i requisiti qualitativi necessari alla sua commercializzazione”.

Si tratta di un’esigenza prioritaria, evidentemente, se si considera la garanzia posta proprio sull’ assenza di difetti del supporto, come si evince dal manuale di gioco:

“il proprietario garantisce che il supporto originale contenente il software è privo di difetti nei materiali e nella lavorazione, in caso di uso normale per un periodo di novanta (90) giorni dalla data di acquisto, comprovata da una ricevuta. Se, per qualsiasi ragione, l’utente finale dovesse riscontrare difetti nel supporto o non riuscisse a installare il software sul computer o portatile, può riportare il software e il materiale di accompagnamento al luogo di acquisto per un rimborso totale. Questa garanzia non è applicabile in caso di danni causati al software per sbaglio o per abuso”.

Come a dire, dunque, che se il cliente avesse riscontrato un difetto nella confezione avrebbe potuto facilmente ottenere la sostituzione . Invece ha trovato il DVD spaccato a diversi mesi dall’acquisto e dopo numerosi utilizzi.

E’ peraltro ovvio che un uso maldestro del prodotto potrebbe aver causato la rottura. Ma non così la pensa il lettore, secondo cui il problema è legato alla difficoltà dell’estrazione del disco dalla confezione del DVD: come dire che, alla lunga, la pressione esercitata per estrarre il DVD avrebbe causato la rottura. Si tratta a suo dire, dunque, di una rottura causata da un difetto presente nella confezione, ma è un difetto segnalato ben al di là dei termini di garanzia. Non solo, sottolinea l’azienda:

“Anche nel nostro codice civile, l’articolo 1519-ter dispone che il venditore ha l’obbligo di consegnare al consumatore beni conformi al contratto di vendita, presumendo come i beni siano conformi al contratto qualora sussistano le seguenti circostanze: idoneità all’uso al quale servono abitualmente beni dello stesso tipo; conformità alla descrizione effettuata dal venditore nonché coincidenza delle qualità che il venditore ha presentato al consumatore come campione o modello. Si esclude, comunque, che possa essere invocato dal consumatore il difetto di non conformità qualora lo stesso fosse a conoscenza del difetto o comunque non potesse ignorarlo usando l’ordinaria diligenza o se il difetto di conformità derivasse da istruzioni o materiali forniti dal consumatore stesso”.

Va detto poi, come già riportato da PI, che il riferimento per una eventuale sostituzione del DVD avrebbe dovuto essere non il produttore del videogioco ma il venditore che, in questo caso tramite eBay, aveva piazzato il titolo videoludico. Tutto questo secondo le attuali normative sul commercio di questo genere di prodotti, che in un caso del genere sembrano escludere qualsiasi responsabilità per il produttore. Ma va da sé che proprio queste normative suscitano da lungo tempo domande che non hanno ancora trovato risposta e che riguardano da vicino i diritti dei consumatori .

Le polemiche di questi giorni sull’equo compenso continuano infatti a mettere in luce un’anomalia che viene denunciata da anni , ovvero la presenza di una “tassa” sui supporti vergini nata per “compensare” i diritti “persi” sull’eventuale copia privata di contenuti protetti dal diritto d’autore. Contenuti però che – come accade con la stragrande maggioranza dei videogiochi – non possono essere copiati perché protetti da specifiche tecnologie anticopia che è illecito bypassare.

Eppure, un supporto come un CD o un DVD è nel tempo soggetto ad usura: non si dovrebbero dunque obbligare i produttori a fornire copie gratuite a chi ha già acquistato un software o un videogioco? Non dovrebbero essere venduti titoli con più copie dello stesso prodotto come accadde con una vecchia provocazione di Claudio Cecchetto? Non sarebbe il caso di mettere in dubbio la liceità delle tecnologie anticopia?

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Pubblicato il
7 mar 2006
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