Diversi big del mondo tecnologico hanno già unito le loro forze per mettere a disposizione della lotta al coronavirus ben 330 petaFLOPS, partecipando alla chiamata di IBM rivolta alle realtà che dispongono di un supercomputer. D-Wave Systems ha annunciato un’iniziativa simile, sempre finalizzata a contrastare COVID-19, offrendo ai ricercatori l’accesso cloud alla propria piattaforma di quantum computing.
COVID-19: il quantum computing per la ricerca
L’infrastruttura di Leap 2 potrà essere liberamente impiegata per condurre simulazioni e calcoli finalizzati tra le altre cose alla creazione di test in grado di rilevare in tempi brevi il contagio da SARS-CoV-2, per approntare una terapia efficace e (si spera) un vaccino. Riportiamo di seguito in forma tradotta le parole di Alan Baratz, CEO del gruppo canadese.
Stiamo attraversando una crisi senza precedenti che impatta pressoché ogni industria e popolazione. Rispondere in modo agile alla pandemia richiede creatività e nuovi approcci per la risoluzione dei problemi. Pensiamo che unendo le competenze dei nostri clienti e partner al quantum computing ibrido possiamo offrire una risorsa potente a individui, organizzazioni e governi di tutto il mondo alla ricerca di soluzioni.
D-Wave fa riferimento a un sistema ibrido poiché in grado di eseguire calcoli sia in modo tradizionale sia seguendo la logica proprio del quantum computing, elaborando modelli che tengono in considerazione un massimo di 10.000 variabili in contemporanea. Questo tipo di approccio, nell’ambito della lotta al coronavirus, potrebbe tornare utile anche per studiare nel dettaglio le modalità di diffusione della malattia tra le popolazioni e sui territori, intervenendo con prontezza laddove necessario con azioni mirate.