Londra – Vanno regolarmente a scuola, dalle elementari in su, ma da qualche tempo gli alunni di certi istituti britannici devono confermare la propria identità con le impronte digitali . Un sistema biometrico di identificazione attivato senza che i genitori degli alunni siano stati in alcun modo avvisati e senza che alcuno abbia dato il proprio consenso. Ciò avviene in particolare per l’accesso alla mensa scolastica o per quegli studenti che chiedono libri in prestito alla biblioteca dei propri istituti.
Nelle scorse ore, riporta The Register , alle proteste dei genitori si sono aggiunti i rilievi di alcuni influenti parlamentari, convinti che l’adozione di una simile misura di “sicurezza” sia del tutto fuori luogo.
“Non lo dovrebbero fare – ha dichiarato in televisione il conservatore Nick Gibb – Dovrebbero trovare un altro modo per identificare gli alunni che chiedono un libro in prestito”. A suo dire, l’adozione di un sistema biometrico di questo tipo porta con sé serie considerazioni sui diritti civili che non possono essere sottovalutate. “Chiedere l’impronta ad un bambino per il prestito di libri – gli ha fatto eco Sarah Tether, dei Liberal Democrat – è una misura chiaramente eccessiva e fuori da ogni buon senso. C’è un problema serio qui. Il Governo deve dotarsi di una consulenza legale”.
Già, perché sono molti i genitori che stanno seriamente pensando di ricorrere alle vie legali per far valere i diritti propri e dei propri figli. Lo dimostra, tra le altre cose, il successo che sta avendo la campagna LeaveThemKidsAlone che chiede espressamente la cessazione di qualsiasi attività di controllo biometrico sugli alunni eseguita con queste modalità.
I dati raccolti dai militanti della campagna indicano che già oggi in UK sono quasi 200 le scuole che adottano sistemi biometrici “ma sappiamo che ce ne sono migliaia di più, almeno 3500 nell’insieme (…) e più di 20 nuove scuole ogni settimana avviano sistemi di identificazione con le impronte ai danni degli alunni”.