ECAT, azienda che produce il dispositivo omonimo realizzato secondo le teorie del fondatore Andrea Rossi, ha indicato sul proprio sito che ha iniziato la raccolta di prenotazioni per i primi esemplari di apparecchi da 1MW e 10KW. La consegna del primo tipo di unità, la più costosa con un prezzo di listino di 1,5 milioni di dollari , è indicata genericamente 4 mesi dopo l’ordine, mentre la più piccola versione casalinga ha tempi di produzione più incerti. Per quest’ultima solo lista d’attesa.
L’E-cat è un dispositivo che, ancora oggi, l’azienda che produce indica in grado di produrre al suo interno reazioni di fusione fredda. Sarebbe capace di generare moltissima energia a fronte di un input ridotto: fornendo 200KW in ingresso sarebbe in grado di erogare 1MW in uscita nella versione “industriale”, con tutti i dubbi che ciò comporta sul fatto che la reazione non sia in grado di auto-sostenersi. L’aspetto del dispositivo è quello di un container in cui sono stivate 106 celle contenenti ciascuna 3 reattori, a loro volta caricati con nichel e idrogeno (più uno sconosciuto catalizzatore) con una pressione di almeno 15 bar nel cilindro che contiene gas e polvere. L’approccio modulare dovrebbe consentire maggiore flessibilità d’uso e manutenzione: chi ha bisogno di più potenza può ordinare più di una unità da 1MW, sistemandole dove meglio ritiene grazie alla forma regolare del container che stiva le celle. Queste ultime possono essere sostituite una a una per manutenzione, e vanno periodicamente ricaricate da personale specializzato.
Il condizionale in questa materia è d’obbligo. A oggi non esiste una verifica sperimentale di terzi, indipendente, dell’effettivo funzionamento dell’e-cat . La pubblicazione dei primi dati al riguardo è stata al centro di numerose polemiche, altri test sono stati promessi ma i risultati non arriveranno prima del 2014. Per di più, opinione comune nella comunità scientifica è che il fenomeno che si sviluppi possa essere meglio classificato come low-energy nuclear reactions (LENR): in alcuni casi è stata documentata la reazione tra nichel e idrogeno, ma sulla questione mancano studi sistematici e molteplici verifiche indipendenti. Andrea Rossi, fondatore di ECAT e ideatore del prodotto, è invece convinto che la sua sia una vera e propria fusione fredda che genera rame, oltre a una considerevole quantità di energia sfruttabile.
Gli scettici con 1,5 milioni di dollari da parte, all’incirca 1,1 milioni di euro al cambio attuale, ora possono ordinare un ECAT da 1MW per farselo consegnare e testarne il funzionamento. A patto , specifica il sito, che superino il processo di verifica che ne attesti l’aderenza ai criteri stabiliti dall’azienda per vendergli un ECAT . Più complessa la questione per la versione casalinga da 10KW , per la quale pare manchino ancora le certificazioni nazionali e dunque è al momento impossibile stabilire se e quando sarà disponibile per la vendita nei diversi paesi.
Luca Annunziata