Roma – Nella Striscia di Gaza, territorio difficile al centro delle tensioni israelo-palestinesi, Intel ha deciso di far sentire la propria presenza, in collaborazione con le autorità locali, l’Università di Gaza e il progetto ANERA (American Near East Refugee Aid), una presenza che potrebbe rivelarsi decisiva per la formazione tecnologica avanzata degli studenti del luogo.
L’idea è infatti quella di dar vita entro dodici mesi ad un “Intel Information Technology Center of Excellence” i cui servizi si concentreranno tutti sui corsi IT e sullo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali legate al settore tecnologico.
Il progetto è evidentemente molto ambizioso, non solo perché tenterà di abbassare l’altissimo tasso di disoccupazione nella Striscia di Gaza (più di metà della forza lavoro è disoccupata), ma anche perché si troverà a fare i conti con seri e gravi problemi di sicurezza.
Ma Intel ostenta ottimismo. “Non sottovalutiamo la tensione in quest’area – ha spiegato un portavoce – ma dal nostro punto di vista, vediamo l’iniziativa come un qualcosa che può avere un effetto positivo. Ed è esattamente quello che vogliono i leader dell’Autorità nazionale palestinese. Vogliono formazione, vogliono possibilità per migliorare il benessere economico dei propri concittadini”.
Tutto questo avviene in un momento particolarmente complesso: dopo la vittoria elettorale nelle elezioni palestinesi di Hamas , da sempre considerata organizzazione terroristica, il mondo ancora si interroga su come rapportarsi con i nuovi leader democraticamente eletti. Per Intel poi la scommessa è doppia: pur essendo presente da molti anni in Israele, questo progetto è il primo con cui si spinge “oltreconfine”.
Stando a quanto riferito dall’azienda, il Centro si troverà a circa tre chilometri dalla città di Gaza (nella foto), al centro di quello che Intel spera diventi un “parco tecnologico”. Gli esperti di ANERA hanno aggiunto che sarà gestito quasi interamente da palestinesi. A loro giudizio se il tentativo di Intel si rivelerà efficace, altre corporation statunitensi potrebbero seguirne l’esempio. Forse da qui, dalle cose concrete, dalle opportunità di crescita – questa la speranza dei cooperanti di ANERA – può ripartire un dialogo tra paesi e nazioni dilaniati da decenni di tensioni e scontri.