Roma – Si chiamava James Doohan ma per i milioni di appassionati della saga fantascientifica di Star Trek rimarrà sempre il capo della sala macchine Montogomery Scott o, meglio, “Scotty”, il nomignolo che in quella serie gli aveva dato il suo capitano James Kirk (William Shatner). Mercoledì sera Doohan è morto all’età di 85 anni nella sua casa di Redmond.
Tra i personaggi più amati nei quasi 40anni della saga, Doohan si era talmente identificato nel personaggio – curato fin nei minimi dettagli, compreso l’accento scozzese – da diventare negli anni un’icona per moltissimi smanettoni: come ingegnere della sala macchine di una “nave stellare”, il suo personaggio è stato poi richiamato su siti web e progetti informatici della più diversa natura, e non si contano i server internet denominati Scotty.
Doohan, proveniente da una famiglia canadese di Vancouver, ha combattuto ed è stato ferito in Normandia, durante la sua partecipazione al D-Day e allo sbarco degli alleati. Sulla sua vita ha scritto una celebre autobiografia, “Beam me up, Scotty”, che prende spunto ancora una volta dal personaggio interpretato in Star Trek.
L’anno scorso a Doohan era stato offerto un riconoscimento dall’alto valore simbolico per i nordamericani, una stella sulla celebre passeggiata “Hollywood Walk of Fame”.
Doohan sarà cremato e le sue ceneri verranno “spedite nello spazio”, come lui stesso ha chiesto venisse fatto nel proprio testamento. Una scelta che lo accomuna al creatore della serie, Gene Roddenberry, le cui ceneri furono disperse nello spazio con quelle di John Meredyth Lucas, uno degli sceneggiatori di Star Trek. Il lancio dovrebbe avvenire a fine settembre con un razzo Falcon 1 dalla base dell’Air Force statunitense di Vanderberg, in California, a cura della Space Services Inc. .