Potrebbe esserci Apache nel futuro di Wave, l’ambizioso progetto web 2/3.0 abbandonato da Google alla fine dell’estate. Gli sviluppatori che stavano portando avanti il lato open source del servizio, incentrato sulla condivisione, hanno chiesto asilo al laboratorio “Incubator” della fondazione.
Se questo accordo andrà a buon fine, l’onda di Mountain View, ribattezzata Wave in a Box , potrà tranquillamente continuare il suo corso sulle infrastrutture Apache. Il servizio perderà sicuramente alcune delle sue caratteristiche originali, rimaste in mano a Google, ma ne guadagnerà tante altre grazie alla sua incarnazione open source.
Società come SAP e Novell , sono già pronte a fornire risorse al progetto, e si parla di rinforzi in arrivo anche dalla Marina Militare degli Stati Uniti, che aveva puntato tanto sullo scambio dati dell’onda Google. Gli sviluppatori spalancheranno le porte di Wave con un client web 2.0 e delle API mirate ad agevolare queste partnership. Oltretutto, verrà data a chiunque la possibilità di mettere in piedi un proprio server.
Entro la prossima settimana i vertici di Apache dovranno prendere una decisione: nell’idea alla base del progetto Wave c’è un potenziale che merita di essere salvato , o il clamoroso flop di Google è ormai irrecuperabile?
Roberto Pulito