Il famigerato sistema DRM SecuROM, implementato da EA Games a protezione dei propri titoli videoludici e puntualmente scassinato dagli smanettoni sostenitori della libera tecnologia, è impiegato illegalmente: viola un brevetto detenuto dalla altrettanto famigerata Uniloc, entità non praticante che ha messo a frutto per l’ennesima volta il proprio titolo che descrive un sistema di autenticazione genericamente volto a scongiurare certi tipi di abusi.
Il tratta del brevetto 5,490,216, ottenuto nel 1996, che illustra un “sistema per la registrazione di un software”: Uniloc, degna della propria nomea di patent troll, da anni denuncia a raffica gli operatori di settore che implementino sistemi di convalida che si avvicinino a quello descritto nel brevetto. Con questo titolo ha ottenuto da Microsoft un risarcimento dovuto all’uso non autorizzato della proprietà intellettuale nel contesto della gestione del sistema di attivazione delle copie di Windows XP, Windows 2003 e Office, e sulla base di questo successo negli anni ha chiamato in causa le aziende più varie, dai publisher videoludici come Activision Blizzard a security company come McAfee, passando per soggetti come Sony, tutti rei, a dire di Uniloc, di abusare del brevetto ‘216.
Electronic Arts era stata denunciata nel 2010 insieme ad altre aziende quali Autodesk e Intuit e poi nel 2013 : il publisher videoludico avrebbe violato il titolo di Uniloc producendo e immettendo sul mercato videogiochi come Need For Speed: Hot Pursuit e Darkspore: Limited Edition , che integravano SecuROM come sistema DRM a guisa di lucchetto antipirateria. Una violazione che, parola di patent troll, sarebbe stata in grado di “scoraggiare l’innovazione e distruggere lo spirito imprenditoriale americano”.
Il tribunale dell’Eastern District of Texas, tradizionalmente favorevole ai detentori dei brevetti, ha riconosciuto nel comportamento di EA la violazione del brevetto di Uniloc: il publisher videoludico dovrà pagare ad Uniloc 4.863.925 dollari di risarcimento, il massimo dei danni imponibili .
Se il brevetto ‘916 è stato imbracciato senza essere sottoposto alla prova di validità, il brevetto numero 6,857,067, altro cavallo di battaglia rivendicato da Uniloc in un caso parallelo aperto contro EA e altri sviluppatori che operano in ambito videoludico, non ha retto completamente all’esame di brevettabilità. Il titolo, che illustra “un sistema e un metodo per prevenire l’accesso non autorizzato a dati conservati su un dispositivo elettronico”, nei giorni scorsi è stato ritenuto parzialmente non valido dall’US Patent and Trademark Office.
Gaia Bottà