Se il medium è il messaggio a breve la pubblicità potrebbe per certi versi diventare il prodotto . Già, perché l’ Electronic Arts , ovvero uno dei più grandi editori mondiali di videogiochi, ha deciso che distribuirà gratuitamente online dalla prossima estate il suo nuovo shooter Battlefield Heroes : i profitti saranno generati dalle entrate pubblicitarie in-game e da micro-transazioni online correlate all’acquisto di mappe, nuove qualità e armi per il proprio avatar, divise etc.
In pratica, gli ambienti dell’ennesimo capitolo della saga di Battlefield mostreranno vere e proprie campagne pubblicitarie. Un po’ come avviene già per la cartellonistica digitale – e non solo – di numerosi titoli automobilistici e sportivi.
Per la EA non è un vero e proprio salto nel buio. Come riporta il New York Times , nel 2006 è stata lanciata sul mercato sud-coreano una versione gratuita della serie calcistica FIFA . In neanche due anni ha raggiunto non solo 5 milioni di utenze locali, ma è riuscita anche a generare più di un milione di dollari di entrate mensili. Il tutto sempre sfruttando un modello economico basato sulla pubblicità e le personalizzazioni a pagamento.
Certo il mercato coreano è molto più ricco di drogati da gioco di quello occidentale, ma è proprio qui la sfida: EA ritiene che questo modello possa ampliare le strategie commerciali a disposizioni degli editori nonché attirare verso il gaming quei “casual gamers” che non sono disposti a tirar fuori decine di euro per i nuovi titoli. Gerhard Florin, vice presidente EA, ha spiegato che le rilevazioni effettuate in Corea hanno confermato che la maggior parte degli utenti normalmente non acquista nulla; solo una piccola minoranza è solita spendere qualcosa in “aggiornamenti”.
C’è dunque un nuovo paradigma che avanza: i grandi player del gaming online come l’asiatico Shanda o realtà come World of Warcraft vedono aumentare i propri margini operativi del 40 per cento anno dopo anno, molte volte di più rispetto a quanto accadeva in passato. Un cambiamento che ha spinto a fusioni come quella tra Activision e Blizzard (Vivendi) e che non può certo passare inosservata a EA.
Florin ha confermato che se il progetto Battlefield Heroes dovesse avere successo potrebbero essere lanciati altri prodotti con il medesimo modello di business. Il New York Times azzarda un titolo come Madden NFL – il gioco di culto degli appassionati di football americano – ma forse è ancora troppo presto per considerazioni di questo genere. Magari Battlefield Heroes potrebbe avere maggiore successo in Europa. A quel punto la parola d’ordine sarebbe calcio… e FIFA per tutti.
Dario d’Elia