Ci serve davvero una Giornata della Terra, da celebrare ogni anno e verso la quale convogliare comunicazione, marketing, attivismo e “greenwashing”? Si, serve. A testimoniarlo è la sua crescente popolarità negli anni, in virtù di un tema che si autoalimenta imponendosi ormai al centro del dibattito collettivo come priorità assoluta.
L’Earth Day non è dunque soltanto la tradizionale occasione in stile “giornata mondiale del“: è un salto carpiato nel futuro, cercando di maturare quella necessaria consapevolezza per cui, superato un certo limite, lo stesso futuro potrebbe essere seriamente essere messo in discussione. Qualcosa che, ovviamente, non possiamo più permetterci di sottovalutare.
22 aprile, Earth Day
Quello che negli anni ’70 era avanguardia e negli anni ’80 era bandiera per le minoranze, infatti, oggi è vessillo a cui nessuno schieramento politico può più fare a meno in virtù del fatto che il tarlo ha finalmente fatto breccia nella sensibilità collettiva dopo troppi anni di disinteresse.
Oggi occasioni come l’Earth Day sono utili ad imporre la riflessione su una questione che si è spostata dal mero perimetro ecologico ad un più pragmatico tema di “sostenibilità“. Al centro delle attenzioni, infatti, non c’è più la necessità di fermare specifiche attività, quanto quella di convertire processi e tecnologie affinché l’impatto ambientale delle attività umane possa ridursi notevolmente rispetto al patrimonio naturale sperperato in questi decenni. Decarbonizzazione e transizione digitale vengono pertanto ad imporsi come dogmi assoluti ai quali le persone (con le loro scelte di consumo) e le aziende (con le loro offerte) hanno il dovere di rispondere.
La Giornata della Terra (22 aprile) mette dunque al centro per un giorno il Pianeta Terra, veicolo prezioso e fragile che trasporta nell’Universo l’unico segno di vita fin qui conosciuto. Il fatto che questa giornata sia diventata un fenomeno globale è forse una delle poche cose che mette davvero tutto il mondo attorno allo stesso problema, cercando le stesse soluzioni, in virtù di un impatto univoco sulla vita di tutti.
C’è sufficiente consapevolezza nelle persone? No, giammai. Ecco perché l’Earth Day è una occasione fondamentale per riaccendere annualmente il problema, come una fiaccola da tenere accesa nel tempo affinché non si spenga mai questa fondamentale riflessione che il genere umano deve completare.
A questo punto, che si tratti di vivo interesse, di puerile marketing o di puro greenwashing, poco conta: sia la consapevolezza di ognuno a catalogare le iniziative nel modo che meritano, ma sia l’attenzione di ognuno ad accendere i riflettori sul tema affinché la sensibilità collettiva crei il contesto di mercato ideale per pilotare le aziende nella giusta direzione.
Dedichiamo un giorno su 365 a riflettere e le restanti 364 ad agire: solo così la Giornata della Terra avrà un senso.