eBay, cambiare per crescere

eBay, cambiare per crescere

Il colosso dell'e-commerce fa il punto su dove si trova ora, dov'era qualche anno fa e dove vorrebbe trovarsi nel 2011. Lente posta sulla diversificazione. E per quanto riguarda Skype...
Il colosso dell'e-commerce fa il punto su dove si trova ora, dov'era qualche anno fa e dove vorrebbe trovarsi nel 2011. Lente posta sulla diversificazione. E per quanto riguarda Skype...

eBay paventa la possibilità di un ritorno al passato , un passato in cui la società cresceva a ritmi incredibili mettendo a rischio modelli di business sino ad allora consolidati. Di tempo ne è passato parecchio (tenendo conto dei ritmi iperaccelerati del mondo tecnologico e informatico), i ritmi non sono più quelli e la corporation del commercio elettronico par excellence deve fare i conti con investimenti mal gestiti, perdita di grip sul core business e le possibilità di crescita delle divisioni maggiormente fruttifere.

Parlando agli investitori nel campus in San Jose, California, il CEO di eBay John Donahoe è stato colpito da un attacco di sincerità compulsiva spiattellando quelli che a suo avviso sono i mali che attanagliano il business di una delle poche società per cui la definizione “net economy” abbia davvero un senso oltre le mere parole.

“eBay era un grande leader di mercato” dice Donahoe, ma “ogni leader in ogni tipo di business deve sottoporsi a periodi di cambiamento”. Un cambiamento che nella fattispecie riguarda l’attuale assetto societario e la gestione dei suoi tre rami principali: vale a dire eBay stessa, Skype e PayPal.

eBay, il sito di aste e compravendite on-line più famoso al mondo, si stava trasformando lentamente da “cuore” della corporation a qualcosa di diverso, il settore non cresce abbastanza e avvantaggia i pochi ma agguerriti competitor come Amazon.com. Allora si cambia, conferma Donahoe, e accanto alle aste l’accento verrà posto sugli acquisti a prezzo fisso ora conosciuti come la modalità “Compralo Subito” in italiano, verranno tagliati i costi e gli sprechi, si migliorerà il supporto clienti e aumenteranno gli investimenti sul marketing mirato.

Tutte queste operazioni dovrebbero, secondo i calcoli, portare a un risparmio di 2 miliardi di dollari nel giro di 3 anni, e i ricavi dovrebbero passare dai 5,6 miliardi del 2008 a 7 miliardi entro il 2011. Per PayPal, poi, si prospettano orizzonti parecchio più rosei: il popolare sistema di transizioni finanziarie è e sarà sempre di più un secondo centro di gravità per eBay , e nel 2011 il business raddoppierà sino a raggiungere un volume totale di pagamenti gestiti di 100-120 miliardi di dollari.

Nel complesso, entro il 2011 i ricavi di eBay saranno di 10-11 miliardi, secondo una stima ottimistica che surclassa quella di 9 miliardi di Thomson Reuters . E Skype? “Ci eravamo sbagliati”, ha ammesso candidamente Donahoe, confessando che l’idea iniziale che eBay aveva in testa nel momento dell’acquisto della piattaforma di VoIP nel 2005, cioè quella di facilitare il contatto tra venditori e acquirenti sul sito di aste, si è rivelata essere un vicolo cieco.

Skype cresce con ritmi che eBay aveva dimenticato, aggiungendo una media di 350mila utenti al giorno e processando qualcosa come più di 100 miliardi di minuti di conversazione nei soli primi mesi del 2009. Abbandonata l’idea di una integrazione stretta e-commerce/VoIP , ora la priorità sarebbe quella di diffondere la piattaforma dappertutto, su ogni dispositivo, sugli smartphone, arrivando nel 2011 a raddoppiare i ricavi sino a 1 miliardo di dollari sonanti. E nel frattempo, specula qualcuno, si potrebbe aumentare la posta per una eventuale (quanto remota) vendita della divisione al miglior offerente.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
13 mar 2009
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