eBay, denunce incrociate sui listing

eBay, denunce incrociate sui listing

Chi vuole apparire in cima nelle liste delle vendite non gradisce che a farlo siano altri. E a volte ricorre agli avvocati. EBay nel mezzo, suo malgrado
Chi vuole apparire in cima nelle liste delle vendite non gradisce che a farlo siano altri. E a volte ricorre agli avvocati. EBay nel mezzo, suo malgrado

Il mercato online si fa sempre più aggressivo e, al suo interno, le dinamiche dei contrasti ricordano sempre più i litigi in carne e ossa avvocati e tribunali: è ora la volta di

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eBay , denunciata perché avrebbe concesso ad un’azienda listing preferenziali, ossia migliori posizionamenti nei risultati di ricerca, cosa che spesso si traduce in maggiori opportunità di vendita.

L’accusa, che si trascina da tempo , è dettagliata: la condotta di eBay, secondo la controparte Windsor Auctions , non sarebbe conforme al Robinson-Patman Act , che fissa le linee guida per dissuadere i produttori dal condurre pratiche anticompetitive, con particolare riguardo alle politiche dei prezzi. Si è originata così l’ennesima querelle , che ha visto due venditori alzare il tono come pennuti in lotta territoriale, ora trasformata in atti giudiziari concreti .

Nel caso in questione – illustra il professor Eric Goldman, specialista in materia – il denunciante vende gioielleria tramite le aste di eBay. Nel 2005 e 2006 gli affari sono andati a gonfie vele. Nel 2007, invece, sarebbe stata rilevata una flessione negativa importante .

Windsor Auctions ha così dichiarato che eBay avrebbe fornito ad un suo competitor, George Molayem (che guida Hot Jewelry Auctions ), strumenti di “listing” migliori, che avrebbero permesso a quest’ultimo di posizionarsi con maggiore evidenza nelle schermate di eBay. Come lo stesso Goldman fa notare, al giorno d’oggi il Robinson-Patman Act è una legge poco penetrante perché scarsamente aderente alla realtà e la cui efficacia è risibile viste le consuetudinarie violazioni, pur se ancora in vigore . La posizione di Windsor, appellandosi a tale normativa, risulterebbe dunque piuttosto pretestuosa e poco spazio troverebbe, secondo Goldman, sul tavolo dei giudici.

Sarà difficile – chiosa TechDirt – dimostrare la colpa di eBay per aver offerto strumenti che aiutano i venditori ma, come si è visto in circostanze simili con Google, le aziende cercano sempre qualcuno da biasimare quando vengono battute sul mercato da altre, e l’azienda con le tasche più capaci è da sempre un comodo bersaglio .

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
14 lug 2008
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