Ogni accusa è rispedita al mittente: Devin Wenig, fino allo scorso anno CEO di eBay, nega qualsiasi tipo di coinvolgimento nella campagna di molestie messa in atto da alcuni ex dirigenti del gruppo nei confronti di una coppia di Natick (Massachusetts) ritenuta colpevole di aver scritto pareri negativi sulla piattaforma in una newsletter e nel sito EcommerceBytes che tratta il tema legato alle compravendite online.
eBay, caso stalking: l’ex CEO Wenig si proclama innocente
I due si sono visti minacciare e recapitare a domicilio tra le altre cose pacchi contenenti scarafaggi vivi, larve di mosche, ragni, una corona funebre, materiale pornografico, il libro “Surviving the loss of a spouse” (“Sopravvivere alla perdita di un coniuge”) e una maschera da maiale insanguinata, subendo poi un’effrazione finalizzata a installare un dispositivo GPS sull’automobile. La replica del diretto interessato è affidata alla redazione del sito Record, la riportiamo di seguito in forma tradotta.
Lunedì, come tutti, ho letto le accuse rimanendo scioccato e indignato. È per me importante ribadire, come confermato da un’indagine indipendente, che non ho avuto nulla a che fare con questo e che non ero a conoscenza delle presunte attività. Non c’è stata alcuna direttiva, alcuna conoscenza, alcun accordo privato, alcuna tacita approvazione. Mai.
All’inizio della settimana l’US Attorney’s Office del Massachusetts ha reso noti i documenti del caso confermando il coinvolgimento di sei ex dirigenti di eBay. Wenig è ritenuto responsabile di aver dato precise istruzioni sul da farsi ai più diretti collaboratori, compreso Steve Wymer, ex Chief Communications Officer, ordinandogli di “abbatterla” (“take her down”). Parole che sarebbero state interpretate in modo erroneo.
Stavo discutendo senza mezzi termini con un dirigente della comunicazione a proposito della mia volontà di essere più aggressivi nei nostri sforzi legati alle pubbliche relazioni, nemmeno nei miei sogni più bizzarri avrei potuto immaginare che, in futuro, qualcuno avrebbe associato quelle parole all’attività menzionata nella denuncia.
L’ex amministratore delegato, predecessore dell’attuale Jamie Iannone, si scusa con la coppia per l’accaduto a nome della società che ha diretto fino all’estate scorsa.
Sono sinceramente dispiaciuto per la coppia che ha dovuto fare i conti con questi atti osceni. Nessuno dovrebbe poter vivere un’esperienza simile, specialmente un giornalista. Quanto accaduto non rappresenta la cultura aziendale che ho costruito in otto anni né i dipendenti che ho conosciuto.
Gli attuali vertici di eBay hanno reso noto che in seguito a un’indagine interna è emerso come Wenig non sia da ritenere responsabile diretto della vicenda, confermando però al tempo stesso che alcune “comunicazioni inappropriate” sono state decisive per decidere il suo allontanamento. Un post sul blog ufficiale comparso in gennaio fa riferimento ad “azioni sospette perpetrate dal suo personale addetto alla sicurezza nei confronti di un blogger”.