eBay è di nuovo nei guai, ancora in terra francese. Un tribunale di Parigi ha recentemente stabilito che il gigante delle aste online dovrà sborsare una cifra pari a 2,55 milioni di dollari (quasi 1,7 milioni di euro) per non aver rispettato una precedente ingiunzione che impediva ai suoi utenti la vendita di particolari beni di lusso. Profumi, per l’esattezza, appartenenti all’esclusivo catalogo di Moët Hennessy Louis Vuitton (LVMH), conglomerato di brand tra cui quelli di Christian Dior, Guerlain e Givenchy.
Si tratta di una decisione che parte da lontano, a valle di una sentenza risalente al giugno del 2008. La stessa corte francese aveva ponderato le accuse mosse da LVMH nei confronti di eBay, colpevole a suo dire di non aver fatto alcunché di serio per impedire ai suoi utenti di vendere prodotti falsi relativi a marche come quella di Louis Vuitton. Come risultato del dibattimento in aula, una consistente multa per la casa d’aste online (35,5 milioni di euro), ma anche un ragionamento in più da parte della corte di Parigi.
eBay era stata sanzionata con un’altra multa da 3 milioni di euro per aver permesso la compravendita di prodotti – e questa volta originali – in barba ad accordi esistenti per una distribuzione verso selezionati canali di rivendita. LVMH avrebbe stabilito questi accordi per limitare la vendita dei suoi prodotti solo ed esclusivamente a determinati outlet. La corte aveva ordinato ad eBay di rimuovere i suoi elenchi relativi ai profumi, smettendola immediatamente di renderli accessibili ai consumatori transalpini.
Da qui, la recente decisione del tribunale di Parigi, che ha multato il sito per non aver rispettato l’ingiunzione ordinata più di un anno fa. eBay ha contestato con decisione la sentenza, spiegando che al luglio 2009 sono stati bloccati e rimossi oltre 20mila elenchi grazie ai propri software di filtraggio. Il sito ha inoltre spiegato che migliaia di elenchi sono stati inseriti dagli utenti in modo da aggirare i filtri stessi. In più, LVMH non avrebbe etichettato i suoi prodotti, utilizzando nomi sbagliati o soltanto immagini per descriverli.
Si tratterebbe dunque di una sentenza ingiusta, stando alle dichiarazioni di Alex Von Schirmeister, general manager di eBay in Francia. “L’ingiunzione della corte – ha spiegato in un recente comunicato – è un abuso di distribuzione selezionata. Questa serve a rinforzare accordi restrittivi di distribuzione che risultano altamente anticompetitivi”. eBay ricorrerà ora in appello – previsto per il prossimo maggio – dichiarandosi sicura che la corte di Parigi ribalterà la sua sentenza per assicurare a piattaforme online di compravendita di continuare a distribuire prodotti originali.
Non è la prima volta che la casa d’aste online viene sanzionata perché ritenuta corresponsabile della vendita di prodotti contraffatti come profumi e borsette. Ciò che non appare chiaro, almeno fino a questo punto, è come queste decisioni vadano a conformarsi con la direttiva europea 2000/31/CE che sancisce che il fornitore di un servizio non ha obblighi di sorveglianza dei contenuti che transitano sui suoi server.
Mauro Vecchio