Comprare e vendere tramite eBay in Australia richiederà l’uso esclusivo di un account PayPal : compratore e venditore dovranno cioè essere utenti della celebre piattaforma per i pagamenti, controllata anch’essa da eBay. Una mossa che ha già attirato l’interesse delle autorità antitrust nonché le ire di moltissimi utenti, in particolare venditori.
L’interesse di eBay è ovvio: non solo eBay cattura una fetta sulla compravendita di oggetti attraverso il suo sito, ma la propria divisione PayPal cattura ulteriori fette con le commissioni sulla vendita. Un giochino catturasoldi che ora viene reso obbligatorio: sistemi alternativi come il bonifico, o l’uso di altre piattaforme di transazione bancaria elettronica, vengono messi al bando.
Alla stampa eBay Australia fa sapere che non è ancora certo se la decisione locale verrà poi estesa all’intero network di eBay. D’altra parte, come ben sanno i lettori di Punto Informatico , eBay anche in Italia da lungo tempo insiste sulla necessità di usare PayPal per chi vuole essere “garantito” davvero nelle transazioni. eBay Australia si spinge ancor più su questo fronte e assicura che, con la nuova regola, in caso di irregolarità, come beni non consegnati e transazioni andate male, PayPal potrà rimborsare alle parti fino a 20mila dollari australiani , circa 15mila euro.
Il problema delle commissioni però non si risolve. I commercianti che utilizzano eBay per vendere molto o moltissimo sostengono che l’operazione ridurrà i propri profitti, perché richiederà il pagamento di commissioni che finora potevano essere evitate adottando altri sistemi di pagamento.
Se è ormai una routine che ad ogni cambiamento imposto da eBay sulla propria piattaforma corrisponda una mezza sollevazione popolare, questa volta le mosse del gigante delle aste in Australia non sono passate inosservate alle autorità di controllo . Dopo le perplessità manifestate dalla banca centrale del paese, la Reserve Bank , anche l’ Associazione delle Banche australiane ha bocciato la novità, sostenendo che si tratta di una misura anticompetitiva. “La concorrenza sarà compressa – si legge in una nota che i banchieri hanno trasmesso all’antitrust australiano – l’innovazione e lo sviluppo ne saranno compromessi, nuovi ingressi sul mercato saranno scoraggiati e PayPal potrà aumentare commissioni e tariffe agli utenti eBay”.
Di tutto questo l’antitrust locale ha deciso di non lavarsi le mani. La Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) ha dato tempo ad eBay fino al 23 di questo mese per rispondere alle accuse e alle perplessità.