Nelle scorse settimane, l’ indignazione degli utenti di Adobe Digital Editions 4, software dedicato alla gestione e alla consultazione di ebook: Adobe avrebbe raccolto informazioni sulle letture e sulle abitudini di tutti coloro che utilizzassero il software, per inviare ai propri server informazioni private e preziose, completamente in chiaro. La software house ha messo ora fine alle polemiche, rassicurando i propri utenti con un update orientato alla privacy.
Se Adobe aveva già precisato che i dati relativi all’ID dell’utente e del suo dispositivo venivano trasmessi e conservati in un formato sicuro, che non permetteva di risalire all’identità dell’individuo, la versione 4.0.1 del prodotto prevede che i dati necessari alle gestione dei diritti e alla verifica delle licenze siano ora trasmessi a mezzo HTTPS. A dare il benvenuto all’aggiornamento è di nuovo Nate Hoffelder di Digital Reader , che per primo aveva portato alla luce il comportamento di Adobe e del suo Digital Editions 4: le informazioni scambiate con i server di Adobe sono ora cifrate, nascoste ad occhi indiscreti che in precedenza avrebbero potuto documentarsi sulle abitudini di lettura dei cittadini.
Hoffelder, sulla base di test condotti da altri ricercatori di sicurezza, conferma inoltre che la software house si limita ora a raccogliere e trasmettere informazioni sui soli file protetti da DRM: i file non protetti non innescano alcun tracciamento, in quanto lo scopo del monitoraggio si limita alla gestione dei permessi di lettura e di uso dei file. Adobe chiarisce inoltre che le informazioni raccolte e trasmesse a terzi, vale a dire ai soggetti del mercato interessati a studiare le dinamiche e le abitudini di lettura degli utenti, vengono condivise in forma anonima e aggregata.
La software house, che fin dall’emergere del caso ha difeso la trasparenza del proprio comportamento richiamandosi alle policy relative alla privacy valide in generale per i propri prodotti, ha ora istituito una pagina dedicata al solo Adobe Digital Editions.
Gaia Bottà