Altri 17 Stati degli USA si sono uniti alla class action relativa al mercato degli ebook aperta nei confronti di Apple e degli editori Hachette Livre, Harper Collins, Simon&Schuster, Penguin e Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck (proprietario, tra l’altro, della tedesca Macmillan).
L’accusa è di aver costituito un cartello intorno al mercato degli ebook con l’adozione del cosiddetto modello “di agenzia” che affida il controllo sul prezzo finale agli editori e non ai rivenditori come pretende invece di fare con il modello wholesale Amazon. L’azienda di Jeff Bezos deteneva di fatto il controllo del settore grazie alla predominanza del suo ereader Kindle come piattaforma di lettura prima dell’avvento di iPad.
Ai procuratori generali che hanno dato il via alla causa che chiede il rimborso per gli utenti si sono ora uniti altri 17 Stati tra cui quello di New York e il Distretto di Columbia, forse attratti anche dall’accordo già raggiunto da Harper Collins, Hachette e Simon & Schuster con le parti in causa: a queste gli editori hanno già promesso di interrompere gli attuali accordi che li legano ad Apple e permettere così ad Amazon e agli altri rivenditori di riadattare un modello di vendita che permetta sconti sugli ebook.
Sulla base delle stesse accuse, peralto, ha aperto un’indagine nei confronti degli editori e di Cupertino anche il Dipartimento di Giustizia ( Department of Justice , DoJ).
Sulla vicenda sono stati diffusi nuovi particolari che sembrerebbero dimostrare le azioni di Steve Jobs atte a costituire un vero e proprio cartello per controllare i prezzi: lo scomparso CEO in un’ email avrebbe fatto pressione su un editore con la promessa di creare un mercato principale di ebook ad un prezzo compreso tra “i 12,99 e i 14,99 dollari”.
Claudio Tamburrino