I due editori Penguin Group e Macmillan hanno risposto all’interrogazione del Dipartimento di Giustizia ( Department of Justice , DoJ) relativa all’esistenza di un cartello con al centro Apple per tenere artificiosamente alto il prezzo degli ebook: hanno negato tutto.
L’accusa è stata mossa nei confronti di Apple e degli editori Hachette Livre, Harper Collins, Simon&Schuster e, appunto, Penguin e Macmillan (di proprietà di Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck), ritenuti colpevoli di aver costituito un cartello intorno al mercato degli ebook con l’adozione del cosiddetto modello “di agenzia” che affida il controllo sul prezzo finale agli editori e non ai rivenditori come pretende invece di fare con il modello wholesale Amazon: tutto questo sarebbe stato possibile con l’ingresso sul mercato di iPad e il peso e le relazioni di Cupertino.
Di questi cinque editori Simont&Schuster, HarperCollins e Hachette Book Group hanno rifiutato le accuse, ma accettato di sottoscrivere un accordo compromissorio con il governo in base al quale rimborseranno gli utenti e correggeranno i prezzi.
Interrogati dal DoJ, invece, Penguin Group e Macmillan hanno definito le accuse “un mucchio di insinuazioni montate su insinuazioni” ed interamente basate “su prove circostanziali”, oltretutto “a tutto vantaggio di un monopolista”.
Proprio contro Amazon si sono scatenate le due: il il negozio digitale sarebbe il vero “predatore” in questa storia, l’unica azienda ad aver adottato un comportamento anticompetitivo.
Come d’altronde Apple , poi, entrambe si sono dette naturalmente estranee ad un cartello e hanno dichiarato di aver agito indipendentemente nelle scelte di mercato relative al prezzo degli ebook.
A sua difesa Cupertino afferma poi che prima del suo ingresso sul mercato degli ebook, questo era sostanzialmente dominato da Amazon e dai suoi prezzi e dunque non caratterizzato da un clima competitivo.
Claudio Tamburrino