Il Dipartimento di Giustizia ( Department of Justice , DoJ) ha tutta l’intenzione di proseguire con le sue inchieste sul presunto cartello del prezzo degli ebook: le critiche secondo cui la prospettiva di un ritorno al passato sia peggiore del male curato non fermeranno le autorità.
L’indagine del DoJ vede coinvolte Apple con gli editori Hachette Livre, Harper Collins, Simon&Schuster, Penguin e Macmillan, accusati di aver fatto gruppo per tenere artificiosamente alto il prezzo degli ebook. La diatriba è quella tra il cosiddetto modello “di agenzia” che affida la decisione del prezzo finale agli editori e il modello wholesale che lascia tale compito ai singoli rivenditori.
Dal secondo al primo si sarebbe passati con l’ingresso sul mercato dell’editoria digitale di Apple con iPad che è riuscita così a svincolare gli editori dalle richieste di Amazon, finora soggetto predominante: il risultato, tuttavia, è stato che con una diversa libertà di manovra gli editori hanno riportato i prezzi degli ebook a salire rispetto alle offerte garantite da Amazon nell’ottica di spinta al suo Kindle come dispositivo hardware di lettura.
Proprio per questo, tuttavia, osservatori e autorità si sono insospettiti e hanno ipotizzato una sorta di accordo tra gli editori principali (e Apple) atto specificatamente allo scopo di far lievitare dei prezzi.
Dei cinque editori coinvolti, peraltro, Simont&Schuster, HarperCollins e Hachette Book Group, pur rifiutando tali accuse, hanno già accettato di rimborsare gli utenti e correggere i prezzi.
Le altre parti in causa, così come il senatore Schumer e Authors Guild , al contrario, hanno sollevato il dubbio che l’indagine rischi di avere più effetti negativi che positivi, riportando gli editori nelle grinfie potenzialmente monopolistiche di Amazon: per questo, dicono, le autorità antitrust a stelle e strisce dovrebbero interessarsi ad altro.
Secondo il DoJ , tuttavia, anche se ciò fosse vero non sarebbe un valido motivo per archiviare le accuse: il fatto che anche il precedente sistema avesse delle falle, come per esempio il supposto monopolio di Amazon, non giustifica l’eventuale permanenza di un cartello volto a gonfiarne i prezzi. Due torti, dice in pratica il Dipartimento di Giustizia, non fanno una ragione.
L’indagine, d’altronde, non è contro il modello attuale di vendita degli ebook, ma contro un potenziale accordo segreto raggiunto tra i vari accusati ai danni del libero commercio.
Claudio Tamburrino