Primo giorno in aula nel caso che vede contrapposti i vertici del Dipartimento di Giustizia (DoJ) statunitense a quelli di Apple, con questi ultimi accusati di aver formato un pericoloso cartello nel mercato dei libri in formato elettronico. Nel mirino delle autorità a stelle e strisce, l’azienda di Cupertino è rimasta sola alla sbarra dopo gli accordi siglati da tutti gli editori coinvolti nella presunta cospirazione a svantaggio di aziende rivali come Amazon.
Il processo alla Mela durerà tre settimane, aperto dalle posizioni dello stesso DoJ in un corposo documento di oltre 80 pagine presentato al giudice federale di New York. Nel pacchetto di slide , le prove finora raccolte dalle autorità statunitensi per inchiodare Apple e i suoi presunti accordi con i vari publisher che avrebbero provocato un sensibile aumento nel prezzo medio dei volumi digitali.
Nei dati snocciolati dal Dipartimento di Giustizia, l’avvento di iPad e del marketplace iBookstore avrebbe costretto Amazon ad abbandonare la pratica degli sconti sui cosiddetti best-seller , passati dal prezzo medio di 9,99 dollari a quelli variabili tra 12,99 e 14,99 . Il cartello messo in piedi da Apple con gli editori anglofoni – da Penguin a HarperCollins – avrebbe costretto i consumatori a spendere centinaia di milioni di dollari in più.
Mentre gli stessi publisher hanno siglato vari settlement agreement con le autorità statunitensi – ad esempio, Penguin ha già annunciato un fondo da 75 milioni di dollari per rimborsare i lettori per i mancati sconti sul mercato editoriale digitale – Apple è ferma sulle sue posizioni, negando qualsiasi forma di diretto coinvolgimento per la formazione del cartello degli ebook.
L’azienda di Cupertino avrebbe cercato di stipulare semplici accordi one-to-one con gli editori, convinta che una politica di prezzo come quella adottata da Amazon non risultasse sufficientemente redditizia. La stessa Apple avrebbe riscontrato una serie di difficoltà nei vari round di negoziazione con i publisher per la piattaforma iBookstore . La denuncia antitrust avviata dal DoJ rappresenterebbe un tentativo di incastrare l’azienda californiana dopo l’aumento del prezzo medio nel mercato editoriale digitale.
Mauro Vecchio